La pace possibile. Un movimento delle coscienze

Le religioni stanno camminando con decisione sulla strada del dialogo, più di quanto possano e sappiano fare i politici. I credenti possono avere un ruolo importante

Natale fa risuonare le parole dell'angelo ai pastori, agli umili della Galilea del primo secolo: è nato per voi un Salvatore. Un Salvatore per tutti gli uomini e le donne, di ogni tempo. Il Natale è la festa della famiglia, dell'umanità riconciliata con se stessa e con Dio (un'unica famiglia umana), è il tempo della pace. Oggi, in questo Natale più che mai, deve essere un tempo di riflessione.
La pace non c'è nel mondo e spesso neppure nei rapporti collettivi e tra le persone, nelle famiglie, nella Chiesa. Nella profezia di Isaia sul Messia che sarebbe giunto, egli dice: «Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere =mirabile, Dio potente, Padre eterno. Principe della pace» (Isaia 9:6). Certo oggi è difficile vedere la pace. Però non dobbiamo perdere la speranza: dobbiamo pregare, e molto, e allo stesso tempo lavorare incessantemente per essa.
È in corso una guerra in Europa, devastante, e ci sono tanti altri conflitti, nascosti, di cui sappiamo poco, ma altrettanto devastanti per le comunità e per le persone. Però esiste un altro movimento, forte, a favore della pace, composto da uomini e donne che appartengono alle religioni e da politici di buona volontà, come abbiamo toccato con mano a fine ottobre, a Roma, nelle Giornate di preghiera intensamente volute dalla Comunità di Sant'Egidio. Lì a Roma - ed ero presente, posso dirlo con chiarezza e orgoglio - la pace non è stata una parola pronunciata invano. La pace è stata declinata insieme ad altri concetti molto forti: giustizia, tutela dei diritti umani e delle libertà, rispetto reciproco, convivenza, dialogo. Le religioni stanno camminando con decisione sulla strada della pace e del dialogo tra loro, più di quanto possano e sappiano fare i politici.
Ma per questo i credenti, tutti i credenti, possono e devono avere un ruolo di stimolo. L'esempio di Gesù è vivo e vitale in questo senso. Ha perdonato chi lo ha colpito e ucciso. È tornato non per vendicarsi ma per avviare un movimento mondiale che a partire da dodici semplici discepoli ha indicato e continua a indicare a tutta l'umanità una strada. Tutta l'umanità vuol dire ciascuno e ciascuna di noi. La pace è un movimento delle coscienze, è un'esigenza interiore, illuminata dalla Parola di Dio, che trasforma i nostri momenti di rabbia, ribellione, debolezza, in riflessione attenta e consapevole.
Certo, sappiamo che con la guerra "si fanno affari": si vendono armi, ci si crede salvatori o "padri" di qualche patria a prezzo della distruzione di tante vite umane innocenti. Con la pace si farebbero "affari" migliori: maggiore sviluppo, istruzione, stili di vita, rispetto dell'ambiente, all'interno di un'umanità riconciliata con se stessa, con il pianeta, con Dio. La pace è un "affare" migliore della guerra; nel nome di Dio, la pace è un movimento mondiale delle coscienze, la pace è razionale, è la vittoria dell'umanità sui peggiori istinti e su ogni sopraffazione.


[ Vincenzo Paglia ]