Anche in Francia corridoi umanitari. L'Italia è il modello

Previsto l'arrivo di 500 siriani e iracheni. Parigi apre i corridoi umanitari «italiani» Intesa con cattolici e protestanti
Hollande firma l'accordo con i vescovi la Caritas, Sant'Egidio e i protestanti. Il progetto prevede l'arrivo, a spese degli organizzatori, di 500 persone. Un modello di accoglienza che anche altri Paesi, come Germania e Belgio, intendono sperimentare. Il presidente francese: «Il protocollo conferma che le collaborazioni fruttuose con le Chiese sono possibili ed anzi auspicate»

La Francia adotta il modello italiano dei corridoi umanitari. Con l'obiettivo di accogliere presto oltralpe circa 500 siriani e iracheni provenienti dai campi profughi in Libano, è stato siglato all'Eliseo un accordo fra lo Stato e le 5 entità promotrici: la Comunità di Sant'Egidio, ispiratrice del progetto, la Conferenza episcopale francese, Caritas Francia, la Federazione protestante di Francia e la Federazione di mutua assistenza protestante.
«Questo protocollo conferma pure che in una Repubblica laica delle collaborazioni fruttuose con le Chiese sono possibili ed anzi auspicate», ha detto il padrone di casa, il presidente socialista François Hollande, aggiungendo: «La Repubblica laica significa agire con tutti coloro che con le loro convinzioni vogliono impegnarsi per l'interesse generale». Ai rappresentanti riuniti, il capo dell'Eliseo ha espresso «gratitudine e riconoscenza», esternando persino una lieve nota autocritica nei confronti dell'attuale cacofonia continentale: «L'Europa è molto forte per inventare delle espressioni senza che ciò possa tradursi sempre in modo concreto».
Il ministero degli Esteri transalpino collaborerà per rilasciare in Libano i visti umanitari, ma l'operazione sarà finanziariamente a carico degli organizzatori, che hanno lanciato una campagna di raccolta fondi. L'obiettivo è raggiungere i 500 arrivi entro un anno e mezzo, privilegiando le persone più deboli, come le donne sole con bambini e i disabili. L'accoglienza avverrà in modo diffuso presso parrocchie, comunità, privati.

All'agenzia Sir, Pascal Delannoy, vescovo di Sant-Denis e vicepresidente della Conferenza episcopale francese, ha spiegato: «Abbiamo certamente seguito l'iniziativa dei corridoi umanitari in Italia e abbiamo visto i frutti. E questo ci ha fatto capire che il progetto poteva funzionare. La Francia è il secondo Paese europeo che adotta questo strumento e si lancia in quest'avventura. Altri Paesi sono interessati al progetto, come Germania e Belgio».
Grazie anche all'opera di contatto della Comunità di 
Sant'Egidio gli episcopati di Spagna, Belgio, Olanda, Germania e Polonia hanno espresso il loro accordo. Ma com'è avvenuto in Italia e Francia, occorrerà il sostegno delle autorità statali. I promotori del progetto francese hanno presentato pure una richiesta di sovvenzioni a Bruxelles, anche nella speranza di prolungare l'impegno oltre gli obiettivi iniziali.
Tanti fra i presenti all'Eliseo hanno sottolineato ieri che 500 rifugiati possono apparire pochi, ma queste circostanze eccezionali, si è ripetuto, non dovrebbero mai paralizzare l'opera paziente e quotidiana necessaria per accendere dappertutto nuove fiammelle di speranza. «Ciò resta molto modesto. Ma è un'iniziativa

profetica», ha detto padre Carlos Gaetano, scalabriniano portoghese, alla guida del servizio per la pastorale dei migranti e degli itineranti della Conferenza episcopale francese. Per Andrea Riccardi, il fondatore di Sant'Egidio anch'egli a Parigi, «l'esperienza dei corridoi umanitari dimostra che l'integrazione protegge più dei muri. La firma di oggi è un segno per l'Europa».
Presente a nome del governo italiano, il viceministro degli Esteri Mario Giro ha espresso «grande soddisfazione per la firma» all'Eliseo, sottolineando «l'importanza fondamentale» dell'accordo, anche come esempio per un'Europa «che è come bloccata e senza soluzioni».


[ Daniele Zappalà ]