Mozambico, Sant’Egidio: “Preoccupante assenza nel dibattito in Italia: non abbandoniamo questo popolo che nel nord è sotto attacco dei terroristi”

 

 

MOZAMBICO, SANT’EGIDIO: “PREOCCUPANTE ASSENZA NEL DIBATTITO IN ITALIA: NON ABBANDONIAMO QUESTO POPOLO CHE NEL NORD E’ SOTTO ATTACCO DEI TERRORISTI”

L’impegno della Comunità con i rifugiati interni. Appello ad una raccolta straordinaria di fondi 

 

 

“Lanciamo un appello al mondo politico, istituzionale e all’opinione pubblica italiana: non abbandoniamo il Mozambico nel momento drammatico che sta vivendo. Se n’è parlato troppo poco nel nostro Paese, c’è stata un’assenza. Occorre invece una presa di coscienza della gravità della situazione per rinnovare i legami di amicizia tra Italia e Mozambico, che risalgono al sostegno nella lotta per l’indipendenza e al processo che ha portato alla firma della pace, avvenuta proprio a Roma grazie alla mediazione di Sant’Egidio, il 4 ottobre 1992”. Così don Angelo Romano, dell’Ufficio relazioni internazionali della Comunità intervenendo questa mattina in conferenza stampa.


Dal 2017 infatti il Nord del Mozambico è vittima di attacchi terroristici che hanno provocato migliaia di morti, 800mila sfollati interni e mettono a rischio la stabilità del Paese. Sant’Egidio è presente in Mozambico dagli anni ’80, ed è oggi diffuso in tutte le capitali provinciali del paese e in 140 città e villaggi, tra cui la regione di Cabo Delgado, epicentro degli attacchi jihadisti. Da lì i membri della Comunità, insieme al resto della popolazione, hanno dovuto abbandonare le loro case e rifugiarsi nelle province vicine, come successo a Mocimboa, da Praia, Mbau, Muatide, Muidumbe, Lyautua. A Mbau (provincia di Mocimboa da Praia) durante gli attacchi al villaggio sono stati uccisi 8 membri di Sant’Egidio fra settembre e ottobre 2019; un altro giovane della Comunità è stato ucciso nel giugno 2020 nell’attacco a Mocimboa da Praia.


“In questi mesi Sant’Egidio ha cercato di rispondere alla crescente domanda degli sfollati interni e ha distribuito più di 100 tonnellate di cibo, ma anche mascherine, sapone, vestiti, coperte - ha ricordato don Angelo Romano - a 25mila persone situate nelle province di Cabo Delgado, Nampula, Niassa, Zambesia, Sofala. Oltre mille persone sono state assistite per ricongiungersi con membri della loro famiglia in aree più sicure del paese, altre a ricollocarsi in zone più tranquille. Sant’Egidio ha donato loro una casa e un terreno da coltivare, con sementi e attrezzi agricoli, per aiutarli a ricostruirsi una vita in autonomia”.


Nei prossimi mesi la Comunità incrementerà la distribuzione di kit alimentari, sanitari e scolastici, rifornirà gli sfollati con strumenti di lavoro e materiale per la costruzione delle case, ma progetta anche la costruzione di scuole in alcuni dei campi più grandi e la creazione di borse di studio per permettere agli studenti delle scuole superiori che hanno dovuto interrompere gli studi. Per questo lancia una raccolta fondi sul sito dona.santegidio.org

Roma, 21 luglio 2021 

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