Bagnasco ringrazia Sant’Egidio: «Il ’68 è passato, voi ci siete»

Celebrati in cattedrale i 50 anni della Comunità poi la festa “laica” che ha coinvolto tutta la città

Dal «1968, anno di contestazione e fantasia al potere, molte cose sono passate e molte sono cambiate. Ma voi siete rimasti». È gremita la cattedrale di San Lorenzo, ieri sera per la celebrazione guidata dal cardinale Angelo Bagnasco per i cinquant’anni di Sant’Egidio, 42 in città.
Mille volti della comunità, senza distinzioni: i giovani delle Scuole della pace, gli anziani seguiti nelle case di riposo o a domicilio , migranti cattolici e non solo - molti altri prenderanno parte alla festa laica dopo la messa - lavoratori e clochard con il loro bagaglio. E disabili con i loro accompagnatori, alcuni dei quali inseriti in percorsi artistici e lavorativi.
In prima fila le autorità, il sindaco Marco Bucci con la fascia accanto ad Andrea Chiappori che dalle origini rappresenta la Comunità genovese.
Per Bagnasco il paradosso della società del benessere«è che il disagio si allarga tanto più il progresso sembra crescere e dovrebbe assicurare una vita migliore per tutti». E chi non ci sta appare addirittura come un pericolo. «Il povero del Vangelo è di natura un dissidente rispetto ala cultura dominante, che ci convince a spendere soldi che non abbiamo per procurarci cose che non ci servono. E spostare - questo è scopo - l’attenzione dai bisogni autentici».
Alla fine della messa, la solennità della celebrazione è diventata festa al Ducale:chi aiuta insieme a chi è aiutato senza distinzioni. E c’è anche l’esibizione di rap - insieme - di un italiano e un rifugiato. «Questa festa aperta a tutti gli amici della Comunità e ai rappresentanti delle istituzioni - dice Sergio Casali,della Comunità - è solo una di tante altre che vivremo negli oltre 70 Paesi del mondo in cui è presente Sant’Egidio, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America Latina».


[ Bruno Viani ]