L’Ucraina è una repubblica indipendente dal 1991. Fino ad allora aveva fatto  parte dell’Unione Sovietica. Culla della cultura russa, oggi Kiev, la capitale, rappresenta un paese diviso, in cui l’identità nazionale, molto sentita a occidente, si stempera a oriente, dove prevale una sensibilità più vicina a Mosca. Lo stesso uso della lingua ucraina è più diffuso a ovest, mentre a est e a sud ci si esprime preferibilmente in russo.

All’indomani di una rivoluzione di piazza (Kiev, febbraio 2014) culminata con la cacciata dell'allora presidente Yanukovyč, che prefigurava un rapporto differente con il grande vicino orientale, alcune regioni russofone, ovvero la Crimea e il territorio di confine del Donbass (capoluogo Donetsk) hanno dichiarato la secessione. In reazione a questo atto unilaterale, la Crimea è stata rapidamente annessa dalla Russia, con un atto considerato illegale dal governo di Kiev, benché confermato da un referendum regionale.

A Oriente, invece, è iniziato un conflitto che si trascina da anni e in cui si confrontano esercito ucraino e miliziani sostenuti dalla Russa. Esso ha provocato diverse migliaia di vittime e ha scavato un solco di incomprensione e ostilità tra le due maggiori nazioni ortodosse. Gli scontri hanno inoltre contribuito a avvelenare il clima internazionale, determinando l’imposizione di sanzioni alla Russia da parte dell’Occidente e il parziale isolamento diplomatico di Mosca.

Nonostante, dopo un'iniziale attenzione da parte dei media internazionali, la guerra in Ucraina sia entrata in un "cono d'ombra", in realtà si continua a combattere e a morire. Si tratta di un conflitto a bassa intensità che tuttavia non accenna a finire e miete quotidianamente vittime.