PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 2 ottobre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal primo libro dei Maccabei 1,29-40

Due anni dopo, il re mandò alle città di Giuda un sovrintendente ai tributi. Egli venne in Gerusalemme con ingenti forze e rivolse loro con perfidia parole di pace ed essi gli prestarono fede. Ma all'improvviso piombò sulla città, le inflisse colpi crudeli e mise a morte molta gente in Israele. Mise a sacco la città, la diede alle fiamme e distrusse le sue abitazioni e le mura intorno. Trassero in schiavitù le donne e i bambini e si impossessarono dei greggi. Poi costruirono attorno alla città di Davide un muro grande e massiccio, con torri solidissime, e questa divenne per loro una fortezza. Vi stabilirono una razza empia, uomini scellerati, che si fortificarono dentro, vi collocarono armi e vettovaglie e, radunato il bottino di Gerusalemme, lo depositarono colà e divennero come una grande trappola; questo fu un'insidia per il santuario e un avversario maligno per Israele in ogni momento

Versarono sangue innocente intorno al santuario
e profanarono il luogo santo.
Fuggirono gli abitanti di Gerusalemme a causa loro
e la città divenne abitazione di stranieri;
divenne straniera alla sua gente
e i suoi figli l'abbandonarono.
Il suo santuario fu desolato come il deserto,
le sue feste si mutarono in lutto,
i suoi sabati in vergogna
il suo onore in disprezzo.
Quanta era stata la sua gloria
altrettanto fu il suo disonore
e il suo splendore si cambiò in lutto.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Antioco, volendo rafforzare il suo potere su Gerusalemme, invia un suo luogotenente con un forte esercito. Si tratta di un certo Apollonio, come racconta il secondo libro dei Maccabei (5,24). Costui, con inganno, raggira i giudei ed entra nuovamente a Gerusalemme: uccide e saccheggia, fa schiavi e si impossessa del bestiame, e decide di costruire all’interno di Gerusalemme una cittadella fortificata, nota col suo nome greco: Acra. Da questa rocca può controllare l’intera città e il suo territorio. Ne fa il nuovo centro pulsante del movimento ellenistico. Era una scelta strategica: “costruirono attorno un muro grande e massiccio, con torri solidissime, e divenne per loro una cittadella”. All’interno “vi stabilirono – continua il testo – una razza perversa, uomini scellerati” e si aggiunge: “Fu un’insidia per il santuario e un avversario maligno per Israele in ogni momento”. Il re aveva voluto scardinare la compattezza del popolo di Israele con la conquista della città e prendere il controllo assoluto dell’area impedendo ogni possibile reazione e ricostruzione giudaica. Il racconto inizia con la narrazione dell’astuzia del luogotenente che raggira i giudei per entrare nella città. È un episodio lontano che invita a riflettere sulla responsabilità che i credenti hanno di difendere la comunità dagli assalti del “maligno”, di non lasciare varchi a chi vuole distruggerla o comunque indebolirla. E questo a partire dal proprio cuore. Sì, un cuore che indebolisce la propria fede apre di fatto uno spiraglio al nemico che è pronto ad entrare. E ciò accade ancor più se è la comunità dei credenti ad indebolirsi. Quante volte il peccato dei credenti diviene complicità con chi vuole scardinare la vita della comunità! È indispensabile vigilare perché la vita comune – che è il tesoro della Chiesa e il messaggio che deve offrire al mondo – non sia messa in pericolo. Il “nemico”, il “diavolo”, è sempre alle porte pronto a dividere e a distruggere. Un popolo compatto, com’era quello giudaico, era intollerabile per Antioco. Egli infatti decise di dividerlo. E ci fu chi glielo rese possibile. E il nemico poté entrare. Sono molto dure queste parole del testo: “La città divenne abitazione di stranieri e divenne straniera alla sua gente… Il suo santuario fu desolato come un deserto, e le sue feste si mutarono in lutto, i suoi sabati in vergogna, il suo onore in disprezzo”. Sono parole che ci aiutano a comprendere la responsabilità che ciascuno di noi ha nell’edificare e nel difendere la comunione d’amore di cui il Signore ci ha resi partecipi.