PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei poveri
Parola di Dio ogni giorno

Memoria dei poveri

Ricordo dello storico incontro di Assisi (1986), quando Giovanni Paolo II invitò rappresentanti di tutte le confessioni cristiane e delle grandi religioni mondiali per pregare per la pace.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria dei poveri
lunedì 27 ottobre

Ricordo dello storico incontro di Assisi (1986), quando Giovanni Paolo II invitò rappresentanti di tutte le confessioni cristiane e delle grandi religioni mondiali per pregare per la pace.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Luca 13,10-17

Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C'era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei liberata dalla tua malattia". Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato". Il Signore gli replicò: "Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?". Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Vangelo ci presenta Gesù che sta insegnando, come abitualmente faceva, in una sinagoga. C’era tra i presenti una donna che un’artrosi deformante aveva incurvata su se stessa. Ormai erano diciotto anni che viveva in quella dolorosissima condizione. Non riusciva neppure a guardare le persone in faccia, tanto era ripiegata. E, di rimando, nessuno si abbassava per guardarla in faccia. Ovviamente non è solo una questione di comportamento esteriore. Ella era costretta a vivere sopportando da sola il suo dramma. E la durezza degli altri l’aveva come convinta a rassegnarsi al suo destino. Quante volte l’indifferenza altrui convince a rassegnarsi alla propria triste condizione! E quante donne sono da essa rappresentate, schiavizzate dalla violenza e dalla oppressione! Quella donna sta lì, davanti a Gesù. Non riesce ad alzare lo sguardo e non osa neppure chiedergli aiuto, come altre donne hanno fatto. Ella sta lì; è venuta per ascoltare quel profeta buono e mite. Gesù però al vederla si commuove e la chiama perché si avvicini. Le dice subito senza pronunciare tante parole: “Donna, sei liberata dalla tua malattia”. Forse possiamo immaginare Gesù che si china verso di lei per guardarla negli occhi, come a mostrale tutto il suo affetto, e dirle direttamente che le ridonava la dignità. In questa piccola scena di Gesù chino su questa donna possiamo comprendere quale deve essere l’atteggiamento dei credenti verso i deboli e i malati, quale deve essere il nostro modo di guardarli. Ma c’è un ulteriore insegnamento, ossia la forza della parola che guarisce. I credenti hanno ricevuto in dono la forza stessa di Gesù: le parole dette con il cuore, con la commozione stessa di Gesù sono efficaci, fanno rialzare dal ripiegamento su se stessi, appunto come avvenne per quella donna. Coloro che vedevano la scena però non si lasciarono toccare il cuore da quanto avevano visto. Il capo della sinagoga addirittura si sdegnò per quella guarigione. Se il cuore è pieno di se stessi e delle proprie convinzioni, neppure i miracoli riescono a scalfirne la durezza. Gesù replica alle accuse del capo della sinagoga con la larghezza della misericordia che è venuto a portare sulla terra. Se i farisei, dal cuore indurito, si scandalizzavano, la gente invece faceva festa: “La folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute”. Beati i discepoli che si lasciano avvolgere dal mistero della misericordia del Signore, perché gioiranno come la folla di allora.