PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Ascensione
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Libretto DEL GIORNO
Ascensione

Omelia

Oggi contempliamo il mistero di Ges? che "ascende" al cielo. I discepoli gli avevano chiesto se era finalmente venuto il momento in cui lui avrebbe ricostituito il regno di Israele. Era una domanda importante, come a dire: "Possiamo finalmente non preoccuparci pi?? Abbiamo vinto una volta per tutte il male? Quando dimostri definitivamente che sei tu il Messia?". Non era la prima volta che chiedevano a Ges? se era giunto il momento in cui tutto si sarebbe manifestato e si sarebbe chiarita ogni cosa. In questa domanda c?? forse il desiderio pigro di non dovere faticare pi? contro la divisione e le difficolt?, ma anche l?attesa di discepoli deboli e incerti di fronte a un mondo ostile, segnato dal male. ? una domanda che si affaccia particolarmente quando vediamo il male abbattersi accanto a noi. Quando vincer? l?amore e la morte sar? sconfitta per sempre? Quando le lacrime degli uomini saranno asciugate? Ges? non risponde a questa domanda dei suoi. Noi capiamo cos? poco della vita che facilmente la riduciamo a quello che capisco io, alle mie cose, a quello che io provo. La vita, sembra suggerire Ges?, ? ben pi? grande, e non spetta certo a noi conoscerne i tempi ed i momenti! Ma il Signore non lascia soli e promette la forza vera, quella dello Spirito di amore che scende sui discepoli.
Ges? ? salito nel santuario del cielo, un santuario non fatto da mani d?uomo, come invece sono le nostre chiese. Eppure ogni volta che celebriamo la santa liturgia siamo come coinvolti nel mistero stesso dell?Ascensione. Ogni domenica, quando entriamo nelle nostre chiese, non siamo accolti alla presenza di Dio? Non viviamo assieme a Ges? il mistero dell?ascensione? Dall?ambone, come dal monte, egli parla ai suoi e li benedice. E la nube che lo avvolse nascondendolo agli occhi dei suoi, non ? simile forse alla nube d?incenso che circonda l?altare e che avvolge il pane santo e il calice della salvezza mentre vengono elevati al cielo?
L?ascesa di Ges? al cielo non vuol dire che egli si sia allontanato dai discepoli. Significa piuttosto che egli ha raggiunto il Padre e si ? assiso accanto a lui nella gloria. Ascendere perci? vuol dire entrare in un rapporto definitivo con Dio. In alto, non ? da intendere in senso spaziale, oppure, se cos? vogliamo intenderlo, significa che Ges? ? presente ovunque: come il cielo ci copre e ci avvolge, cos? il Signore ascendendo al cielo ci copre e ci avvolge tutti. Ges? ascendendo al cielo avvolge e copre tutta la terra, cos? come il cielo avvolge tutta la terra. Non ?, quindi, un allontanarsi; semmai ? un avvicinarsi pi? ampio e coinvolgente. Se cos? non fosse non si comprenderebbe la gioia dei discepoli. Com?? possibile gioire mentre il Signore si allontana? Eppure scrive Luca: "Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia". Gli apostoli non solo non sono tristi per la separazione, addirittura sono pieni di gioia per una nuova pienezza di presenza di Ges?.
Cos?? accaduto? Quel giorno i discepoli hanno vissuto una profonda esperienza religiosa; hanno cio? sperimentato che il Signore era ormai definitivamente accanto a loro con la sua Parola e con il suo Spirito; una vicinanza certo pi? misteriosa, ma forse ancor pi? reale di prima. Senza dubbio sono tornate loro in mente le parole che avevano sentito da Ges?: "dove sono due o tre riuniti nel mio nome, l? sono io in mezzo a loro" (Mt 18,20). In quel giorno dell?ascensione le compresero fino in fondo: in qualunque parte della terra, in qualunque epoca, in qualunque ora si fossero radunati assieme due o pi? discepoli del Signore, Egli sarebbe stato in mezzo a loro. Da quel momento in poi la presenza di Ges? sarebbe stata ancor pi? larga nello spazio e nel tempo; per sempre avrebbe accompagnato i discepoli, dovunque e comunque. Da qui il motivo della grande gioia. Nessuno al mondo avrebbe ormai potuto allontanare Ges? dalla loro vita. Questa gioia dei discepoli ? ora la nostra gioia.
Il cielo sembra una dimensione poco concreta, lontana, quasi un sogno irraggiungibile, che pu? incantare per la sua bellezza, ma che non ha niente a che fare con le nostre scelte concrete. La vita terrena sembra una cosa e quella del cielo totalmente un?altra. In realt? c?? una continuit? della vita. Lo stesso Signore Ges? risorto non appare ai suoi con un corpo nuovo e perfetto ma con quel suo stesso corpo segnato dalla storia, dalla violenza. Ges? risorto, uomo della terra e del cielo, non ? un fantasma, anche se il pi? bello. La concretezza di Ges? risorto stabilisce proprio questo legame tra la vita della terra e quella del cielo. L?apostolo Paolo afferma con solennit? nella lettera ai Colossesi che "? piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli" (Col 1,19-20). L?Ascensione ci mostra qual ? il futuro che Dio ha riservato ai suoi figli. ? il cielo raggiunto da Ges? dove, come aveva detto, va a prepararci un posto, perch? siamo anche noi dove ? lui. E lui ci prende da oggi con s?. I discepoli di Ges? non hanno risolto tutti i loro problemi: sono uomini deboli, increduli, pieni di paura. Ma possiamo essere testimoni di questo amore sempre e fino ai confini della terra. Cio? a tutti, anche a quelli che non consideriamo o che ci sentiamo in diritto di trattare male. Troveremo un po? di cielo nella vita di ognuno e saremo anche noi uomini del cielo.