Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace.
Memoria di san Giovanni Damasceno, Padre della Chiesa e monaco, vissuto a Damasco nel secolo VIII. Distribuì i suoi beni ai poveri ed entrò in monastero, nella laura di San Saba, nei pressi di Gerusalemme. Preghiera per i cristiani in Siria.
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Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace.
Memoria di san Giovanni Damasceno, Padre della Chiesa e monaco, vissuto a Damasco nel secolo VIII. Distribuì i suoi beni ai poveri ed entrò in monastero, nella laura di San Saba, nei pressi di Gerusalemme. Preghiera per i cristiani in Siria.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal vangelo di Matteo 8,5-11
Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: "Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente". Gli disse: "Verrò e lo guarirò". Ma il centurione rispose: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa".
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: "In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,
Alleluia, alleluia, alleluia !
Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Questo centurione che lascia la casa per recarsi da Gesù e invocare la guarigione potremmo dire che è un uomo dell'Avvento. Non si rassegna alla malattia del suo servo. Non era un ebreo credente, e per di più era un occupante militare. Ragioni più che sufficienti per non rivolgersi a un maestro ebreo e chiedergli un aiuto. Ma la forte preoccupazione per quel servo malato lo spinge a uscire e a recarsi da Gesù. Ha saputo che Gesù è un uomo buono. E che basta mettere un po' del proprio cuore in quelle mani che sarebbe stato esaudito. Gesù legge quella preoccupazione e si commuove anche lui. E va oltre la richiesta del centurione: andrà a casa sua per guarire il servo. Quel centurione capisce di trovarsi davanti a un uomo straordinario e comprende la sua povertà e la sua pochezza. Insiste che non è degno che Gesù si rechi da lui. Forse sapeva che per gli ebrei recarsi nelle case dei pagani poteva costituire religiosamente una contaminazione e non voleva mettere Gesù in difficoltà. Non dubita però della bontà del Signore ed eccolo pronunciare quelle splendide parole che la liturgia continua a porre sulle nostre labbra: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito". Gesù ne elogia la fede straordinaria. È un pagano, eppure ha una fede grande. La fede, infatti, non è appartenenza a un gruppo ma adesione del cuore a Gesù. La fede è credere che le parole di Gesù cambiano la vita e i cuori. Il servo malato fu guarito "in quell'istante", nota l'evangelista come a mostrare gli effetti immediati della forza della parola di Gesù. A leggere bene questa pagina evangelica vediamo che è guarito anche il centurione: nell'incontro con Gesù ha scoperto di essere indegno, ma si è affidato a Gesù e al suo amore.