Rom, Sant'Egidio: appello alla Raggi per fermare lo sgombero del Camping River a Roma

Distruggere i container senza offrire alternative praticabili peggiora solo la situazione - a rischio la scolarizzazione dei bambini che aveva funzionato tutto l'anno

Le nuove demolizioni, per ordine del Comune, dei moduli abitativi in cui risiedono alcune famiglie Rom nel Camping River (Roma-Flaminio) suscita grave preoccupazione. Distruggere i container – peraltro procurati a suo tempo dallo stesso Campidoglio – davanti agli occhi dei numerosi bambini che per tutto l’anno scolastico hanno felicemente frequentato gli istituti della zona e senza offrire alternative praticabili per le loro famiglie, è un’azione miope che crea solo una nuova e immediata emergenza. La Comunità di Sant’Egidio auspica – come del resto se l’augurano da sempre, prima di tutto, le famiglie Rom – che si mettano da parte gli accampamenti e le sistemazioni precarie trovando soluzioni adeguate.

Il Comune di Roma ha elaborato un piano che prevede un contributo economico finalizzato all’affitto ma che non risulta realizzabile: i Rom che hanno provato a chiedere abitazioni in affitto nella città si sono trovate di fronte ad un netto rifiuto da parte dei proprietari perché, pur avendo trovato appartamenti a prezzi accessibili, nessuno ha voluto stipulare un contratto con persone che non possono offrire garanzie economiche per oltre un anno (perché con un reddito non sufficiente o privi di buste paga ecc.).

Consapevole delle difficoltà esistenti, Sant’Egidio aveva proposto da tempo all’amministrazione stessa di “contrattare” direttamente con i locatari in modo da offrire le garanzie sufficienti, dato che alle famiglie Rom non viene concesso il contributo economico per l’alloggio se non si dichiarano nullatenenti.

La Comunità – pur favorevole ad un superamento degli attuali campi Rom – chiede alla sindaca Virginia Raggi  di non procedere ulteriormente con lo sgombero dei moduli abitativi presenti dentro Camping River in attesa di soluzioni alloggiative praticabili e di un piano meglio architettato. Segnala inoltre che, con l’allontanamento delle famiglie di quell’insediamento, si rischia di vanificare la paziente opera di scolarizzazione avviata durante tutto l’anno, data la presenza nel campo di ben 150 minori. Un impegno nei confronti dei più piccoli e della difficile vita di chi abita nei campi, condiviso con tante associazioni e realtà di volontariato.