Global friendship: 1000 giovani alla festa d'apertura

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Global friendship, si apre con un caloroso saluto ai Giovani per la Pace venuti a Roma da tutta Europa e da altri paesi del mondo. Sono mille giovani da ventiquattro paesi, impegnati ad aiutare il prossimo e a costruire una cultura di pace.
Per la prima volta sono insieme tutti i paesi europei in cui la Comunità di Sant’Egidio è presente, nell’anno del suo cinquantesimo. «È una grande eredità da cogliere, come quella dell’Europa, che ci ha dato un sogno di pace» ha esordito Stefano Orlando, coordinatore in Italia delle attività giovanili.

La vicepresidente di Sant’Egidio, Hilde Kieboom, ha sottolineato come ogni incontro dei giovani sia speciale e come il ritrovarsi a Roma, dove è nata la Comunità nel 1968, sia un’occasione per andare al cuore di una proposta di pace a partire dai giovani. L’invito è di sognare la pace, con i poveri e la preghiera.

Domani il movimento internazionale dei Giovani per la Pace incontrerà in assemblea il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, che proprio da giovane avviò questo sogno di una società più umana. 

Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, che incontrerà i giovani domenica, ha dato il titolo dell’ottava edizione di questo incontro, “A global friendship to live together in peace”, come ha ricordato la vicepresidente Hilde. Vivere insieme è la risposta alla mancanza di solidarietà ed accoglienza di cui soffrono anziani, bambini e migranti. Si tratta dunque di una crisi che parte dai cuori e interessa tutti.
Andrej Volkov, giovane dalla Russia, ha voluto salutare affettuosamente gli amici dell’Ucraina dicendo «Veniamo da paesi in guerra tra di loro, ma la nostra amicizia vince ogni propaganda. Sui social ci incoraggiamo a continuare a lavorare per la pace e a nutrire la speranza, che diventa uno stile di vita. Non perdiamo né la speranza né il coraggio, ma preghiamo insieme».

I Giovani per la Pace vogliono far tacere il razzismo con l’amicizia, la preghiera e la testimonianza della guerra.

Tobias Müller di Berlino ha raccontato come nella manifestazione “No more walls” si sia fatto silenzio tra mille partecipanti per sentire il racconto di una ragazza venuta dall’Afghanistan e delle persecuzioni dei talebani che ha sofferto la sua famiglia.

La proposta per vivere insieme in pace esiste. «I cambiamenti portano anche la possibilità di costruire una società diversa, un modello diverso, come avviene con i corridoi umanitari. Sono contenta di stare qui con gli amici di Sant’Egidio, ai quali mi sento molto vicina». Sono le parole di stima di Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che ha sostenuto concretamente l’iniziativa di questo incontro, per il suo valore.

Nella band che ha animato la festa ci sono giovani da diversi paesi europei, ma anche dalla Siria. Partecipa all’incontro anche una delegazione del Libano. Per la prima volta partecipa l’Albania. Ci sono delegazioni anche dall'America Latina e dall'Asia.

La serata è continuata con le visite ai luoghi della vita di Sant’Egidio, a partire dalla chiesa con la statua di Homeless Jesus, la mensa per i poveri, la Scuola d’italiano, il memoriale dei martiri nella Basilica di San Bartolomeo.

La bellezza è anche in chiusura di giornata, con la visione dello spettacolo “Il giudizio universale”, all’Auditorium della Conciliazione. Lo show fa immergere lo spettatore nella Cappella Sistina in un viaggio accompagnato dalle musiche di Sting. La partecipazione è possibile grazie al contributo della Fondazione Bracco.

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