Il profeta Geremia aveva iniziato la sua profezia, chiamato da Dio a quella missione. Non si era sentito pronto perché giovane e inesperto nel parlare. Ma il Signore lo aveva rassicurato, soprattutto gli aveva posto sulla bocca le sue parole come leggiamo all’inizio del libro. Questa Parola viene riascoltata, ricompresa, riletta in un tempo in cui Israele è stato esiliato, e le promesse di Dio sembrano esaurirsi. Il Signore lo aveva fatto messaggero della deportazione del popolo in Babilonia, di una calamità che doveva essere compresa ascoltando la Parola di Dio e non secondo il proprio modo di pensare e di prevedere il futuro. Era una missione difficile, come quella di ogni profeta. Come vivere in tempi difficili? Quale prospettiva Dio offre a un popolo che sembrava aver perso definitivamente l’alleanza con lui?
Meditazione su Geremia 31,31-34 di mons. Ambrogio Spreafico
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