"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve" Meditazione di Andrea Riccardi su Is.1,10-19

Isaia 1, 10-19
Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all'insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
11"Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero?
- dice il Signore.
Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di pingui vitelli.
Il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
12Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede a voi questo:
che veniate a calpestare i miei atri?
13Smettete di presentare offerte inutili;
l'incenso per me è un abominio,
i noviluni, i sabati e le assemblee sacre:
non posso sopportare delitto e solennità.
14Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste;
per me sono un peso,
sono stanco di sopportarli.
15Quando stendete le mani,
io distolgo gli occhi da voi.
Anche se moltiplicaste le preghiere,
io non ascolterei:
le vostre mani grondano sangue.
16Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
17imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova".
18"Su, venite e discutiamo
- dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
19Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
vi dimorava la giustizia,
ora invece è piena di assassini!

Questa parola, all’inizio del libro del profeta Isaia, può sembrare uno dei numerosi passi di profeti su un culto ipocrita o inutile, un culto ipocrita e inutile reso al Signore. Insomma, un problema antico, non più del nostro tempo che ha ridotto il culto ad azione di una minoranza che si presume convinta e fedele. In realtà, il profeta parla in modo efficace anche a noi, con quel tratto tipico dei profeti legati al loro tempo e alle situazioni che evocano mentre dicono qualcosa di importante a noi oggi.
Smettetela di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio per me, non posso sopportare delitto e solennità – dice il Signore. Ma che volete voi da me? Sembra chiedere: Chi richiede a voi – egli dice – che veniate a calpestare i miei atri?
Questo è espressione della prepotenza di chi, con naturalezza, vuole piegare Dio alle sue misure e alle sue abitudini. Il Signore è stanco di tutto questo, è stanco di questo culto. Così, fa un’affermazione che risuona tragica: Quando stendete le mani io allontano gli occhi da voi e anche se moltiplicate le preghiere io non le ascolto. Le vostre mani grondano di sangue, voi non ascoltate la mia parola – dice il Signore – e credete di ingabbiarmi nella vita che fate come un riferimento, un abbellimento, un’abitudine in più.
La minaccia è terribile, Dio non voglia realizzarla! È il vero e grande abbandono per una donna e per un uomo quando Dio allontana i suoi occhi e si volge dall’altra parte. Comincia la grande solitudine e comincia il grande silenzio, anche se è popolato di rumori e di parole.
Ma è possibile un gesto così netto da un Dio che abbiamo conosciuto nel Vangelo mite e umile di cuore in Gesù? Eppure, Gesù ha detto: Guai a te Corazim, guai a te Betsaida, perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi già da tempo si sarebbero convertiti, vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
L’ira di Dio che il profeta trasmette non è mancanza di misericordia, non è mancanza di pazienza. Ma DIo si rifiuta di diventare prigioniero della nostra prepotenza, perché la prepotenza del nostro egocentrismo sale fino al cielo. Prepotenza di chi non ascolta, prepotenza di chi è concentrato su di sé e ascolta solo la voce dell’io, prepotenza di chi non riconosce il suo amore e nega nei fatti la sua grandezza idolatrando una creatura egocentrica e presuntuosa.
Dio si volta dall’altra parte. Non lo si può prendere in giro, Dio non tace assuefatto, ma parla. Ma parla! Manifesta la sua ira però non chiude la porta: Su venite, discutiamo. La porta è aperta, cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la vedova.
Com’è difficile imparare a fare il bene! Perché il bene non è qualcosa solo di spontaneo ma il bene va imparato dall’ascolto della Parola del Signore. Il bene, fare il bene va imparato dall’orfano, va appreso dalla vedova, dall’oppresso che ci troviamo di fronte. Impara a fare il bene chi fa esperienza dei poveri e del dolore del mondo, impara a fare il bene chi fa esperienza del dolore del mondo.
Si può discutere con il Signore: Venite, discutiamo! Discutere è prima di tutto ascoltare la sua parola: Se sarete docili e ascolterete mangerete i frutti della terra. Cioè, vivrete. La docilità è ascolto della Parola di Dio che ci porta vicino ai suoi pensieri e alle sue visioni. Discutere è anche pregare, rispondere a lui come avviene nel libo dei Salmi, invocarlo, contrastarlo. Dio non è prigioniero del nostro mondo ma è il Signore, è l’altro cui possiamo rivolgerci.
Lui ci consente di discutere, di bussare, di chiedere. Per esempio, non abituiamoci alla guerra che da troppo tempo di sta combattendo in Ucraina, più rassegnati dopo l’emozione dell’inizio. Sappiamo, perché ci siamo abituati da anni alla guerra in Siria. Non abituiamoci alla guerra, continuiamo a pregare che venga presto la pace.
Può un uomo cambiare? Può una donna cambiare? Dopo aver ascoltato la severa parola del profeta: Quando stendete le mani io allontano gli occhi da voi e anche se moltiplicate le preghiere io non le ascolto, le vostre mani grondano di sangue.
Ma questa parola severa ci risveglia. Non voglia Dio abbandonarci! Ma non ci abbandona, ci parla, ci parla se ci avviciniamo per discutere con lui, come facciamo la sera quando ci ritroviamo in questa preghiera. In questa parola severa del profeta, meritata dal popolo a cui si rivolge, troviamo una grande promessa di speranza, quella di colui che può far nuove tutte le cose.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve, se fossero rossi come la porpora diventeranno come lana. Questa è una grande promessa. Chi lo ascolta viene cambiato dalla parola e dallo Spirito. Amen.