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“Morire di Speranza” ad Abidjan. Per la prima volta in Africa la preghiera che fa memoria dei migranti scomparsi nel mare e nel deserto

Grande commozione e la speranza di un futuro diverso e vivibile nella propria terra.

Sabato 25 novembre si è svolta per la prima volta in Africa, dall’altra parte del mare e del deserto, “Morire di Speranza”. La preghiera, che ogni anno viene promossa a Roma per ricordare i tanti migranti morti o dispersi nel tentativo di raggiungere l’Europa, ha avuto luogo nella casa della Comunità di Sant’Egidio ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Da questo paese ogni anno partono migliaia di giovani per lunghi e rischiosissimi viaggi attraverso il deserto e il mare Mediterraneo. E molte famiglie ormai registrano lutti o non hanno più notizie dei loro cari.
Alcune di queste erano presenti alla preghiera insieme ad associazioni di migranti rimpatriati dalla Tunisia e da altri paesi, religiosi e autorità del Comune di Abidjan.
Alla preghiera, presieduta da padre Felicien Aguié, della diocesi di Abidjan, si sono unite alcune testimonianze come quella di quattro ex migranti che hanno raccontato la sofferenza vissuta nel loro cammino, interrotto, verso l’Europa. Le invocazioni e il ricordo sono stati accompagnati dall’accensione di candele e immagini dei viaggi della speranza. Al termine, tutti gli invitati hanno deposto un fiore ai piedi della croce posta al centro dell'assemblea,
Ha partecipato anche Any Marius, il padre di Barthélémy, l’adolescente trovato,nel gennaio 2020, a Parigi, nel carrello di un aereo decollato dall’aeroporto di Abidjan. La sua presenza ha sottolineato quanto alla memoria e alla commozione si unisca la speranza di poter vivere e costruire il proprio futuro nel paese in cui si è nati.