Corridoi umanitari contro le stragi

Basta vittime in mare
«Per quale motivo chi ha diritto all'asilo, come rifugiato, deve rischiare la vita sua e dei figli?»

Ci siamo quasi abituati alle morti in mare. Mi chiedo se ci commuoviamo ancora, come qualche mese fa, per la fine di Aylan, il bambino curdo-siriano affogato nel Mediterraneo. Bisogna interrompere la catena di morti. L'Europa pensa invece a difendersi dai rifugiati. Dove devono andare i profughi siriani, che hanno alle spalle la guerra? Tentano la sorte in mare o marciano, con il freddo, per l'Anatolia e i Balcani. Rischiano e si sottopongono a una specie di "selezione" naturale. C'è chi muore e chi arriva.
I rifugiati non possono altro che fuggire. Vorrei, però, parlare di un'altra via
. È delineata dall'accordo sui "corridoi umanitari", da poco firmato dai ministeri degli Esteri e dell'Interno italiani, dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e dalla Tavola valdese.

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[ Andrea Riccardi ]