Il Papa ad Assisi tra i leader religiosi: «Solo la pace è santa, la guerra mai»

L'appello di Francesco: diamo voce a chi soffre contro il paganesimo dell'indifferenza

Il 27 ottobre 1986 si gelava, ma questa è stata una giornata luminosa e calda e la sera, nella piazza accanto alla Basilica inferiore, poco distante dalla tomba di San Francesco, restano ancora a cantare i ragazzi. Ai più giovani, trentaquattro bambini, il Papa e i leader religiosi del pianeta hanno consegnato al tramonto un appello per la pace destinato a fare storia, trent'anni dopo il primo incontro voluto da Wojtyla, come le parole scandite da Francesco: «Non ci stanchiamo di ripetere che mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa e non la guerra!».
Allora c'era la guerra fredda e oggi, al tempo dei fondamentalismi, la «terza guerra mondiale a pezzi» che si moltiplica «nei deserti dell'orgoglio e degli interessi di parte, le terre aride del guadagno ad ogni costo e del commercio di armi», scandisce Bergoglio. Assisi è fatta anche di immagini: l'accensione delle luci, lo scambio della pace, il silenzio per le vittime delle guerre, la firma dell'appello, il vicerettore del «Vaticano sunnita» Al Azhar poco distante dai rabbini.
Oggi più che mai le religioni hanno un ruolo essenziale. Per questo ciascuna deve «isolare» gli estremisti, osserva il patriarca Bartolomeo I. «Non esiste un dio di guerra: quello che fa la guerra è il maligno, il diavolo che vuole uccidere tutti», diceva il Papa a Santa Marta prima di raggiungere Assisi. «Ci spaventiamo per qualche atto di terrorismo, ma questo non ha niente a che fare con ciò che succede in quelle terre dove giorno e notte le bombe uccidono bambini, anziani, uomini, donne...».
Così nel pomeriggio, tra cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, induisti, fedi asiatiche e africane, Francesco riassume: «Il nostro futuro è vivere insieme. Siamo chiamati a liberarci dai pesanti fardelli della diffidenza, dei fondamentalismi e dell'odio». È ciò che dice l'appello: «La pace è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa». E ancora: «Imploriamo i responsabili delle nazioni perché siano disinnescati i moventi delle guerre: l'avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi...». In realtà, «la guerra è follia di gente avida di potere e denaro», dice il fondatore di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Francesco e i leader pranzano con dodici rifugiati, in piazza parla anche una profuga che faceva l'insegnante ad Aleppo. Francesco ascolta le loro storie.


[ Gian Guido Vecchi ]