Francesco ha cambiato idea sull'accoglienza ai migranti e ora frena?

TORNANDO DALLA SVEZIA IN DIFFICOLTÀ PER L'AFFLUSSO DI PROFUGHI, IL PONTEFICE HA DETTO CHE CI VUOLE «PRUDENZA E INTEGRAZIONE»
RISPONDE Daniela Pompei responsabile della Comunità di Sant'Egidio per i servizi agli immigrati
Assolutamente no! Papa Francesco, figlio di immigrati italiani in Argentina, ha voluto lanciare un monito all'Europa perché la logica dell'emergenza lasci il posto a un sistema regolare di ingresso. Ha inoltre parlato di «integrazione delle culture», indicando un investimento che le società europee devono fare, se vogliono pensare un futuro insieme a chi lascia la sua terra per costruire una nuova vita da noi.
L'accoglienza si completa con l'integrazione. Lo abbiamo sperimentato con i "corridoi umanitari", un progetto avviato dalla Comunità di Sant'Egidio e dalle Chiese protestanti italiane, che prevede l'arrivo nel nostro Paese, nell'arco di due anni, di mille profughi. Da febbraio a oggi sono 400 i rifugiati siriani giunti in Italia dai campi profughi del Libano con una procedura legale: non con i barconi dei trafficanti, ma con un visto regolare e un biglietto aereo. Insomma un'accoglienza programmata che mira all'integrazione e che ha spinto tanti nostri connazionali a contribuire con generosità: singoli, famiglie, associazioni, imprenditori, parrocchie ci hanno cercato per offrire accoglienza, case, sostegno umano. L'integrazione può riuscire se c'è la società civile che la sostiene.