Gestire in modo efficace i rom. Il realismo, non semplice, di Milano

Ci sono i censimenti di destra e quelli di sinistra. Conviene accantonare un attimo la radicalizzazione ideologico-verbale del ministro dell'Interno, Matteo Salvini,e concentrarsi sui fatti e problemi.
A Milano fu la giunta Pisapia - con una delibera firmata dall'assessore alla Sicurezza Marco Granelli e quello al Welfare Pierfrancesco Majorino - a proporre il censimento dei rom, sinti e camminanti nel 2012. Certo, in politica contano i toni e gli obiettivi. E anche il sindaco Beppe Sala ha rilanciato sulla questione della gestione dei rom, sposando una linea più dura rispetto alla passata amministrazione: interventi e controlli per scongiurare i micro insediamenti abusivi nelle periferie e, in futuro, la chiusura dei campi rom anche regolari. "Non sono un modello di successo - ha detto il sindaco Sala - né da replicare. Certamente non se ne creeranno altri. Verificheremo più avanti se c'è la possibilità di chiudere anche quelli esistenti".
Stefano Pasta, responsabile del Servizio rom della Comunità di 
Sant'Egidio di Milano, osserva: "Un conto è un tweet-slogan, e un altro è un percorso di inserimento dei nuclei familiari che dalle baracche devono essere portati a vivere in un contesto abitativo normale e riuscire a far studiare i minori che non vanno a scuola. E possiamo già contare su alcuni risultati raggiunti, come 60 nuclei familiari tolti dalle baracche. Il nostro obiettivo punta a un processo di integrazione e non alla stigmatizzazione di un'intera etnia, perché si tratta di un tema complesso". Anche perché si dice banalmente rom, ma si scrive rumeni, bosniaci, serbi, camminanti italiani e sinti.
(....)


[ Cristina Giudici ]