Pre-vertice a Napoli, i delegati della Libia provano l'intesa di pace

L'impegno. Determinante il lavoro svolto in questi anni dalla Comunità di Sant'Egidio
Il 13 si incontrano 35 esponenti delle fazioni in lotta

Passerà per Napoli la strada della pace in Libia. Dopodomani, 13 dicembre, trentacinque delegati provenienti da ogni parte del martoriato e ricco paese del Nord Africa si incontreranno all'hotel Terminus per tentare di gettare le basi della Conferenza nazionale della Libia che si terrà a Tripoli nel gennaio prossimo in un giorno ancora da decidere. E forse verrà stabilito proprio a Napoli.
I delegati arriveranno il 12 pomeriggio all'aeroporto di Capodichino, e con la massima discrezione e nella totale sicurezza, verranno trasferiti in hotel. Determinante, per organizzare l'incontro, il lavoro svolto in questi anni dalla Comunità di Sant'Egidio che già il 18 giugno scorso era riuscita a strappare un accordo agli attivisti del Fezzan per creare un corridoio di aiuti umanitari. Medicinali e cibo da portare a una popolazione allo stremo e decimata dalla lunga guerra civile. Il vertice è anche sostenuto dall'Università per stranieri di Perugia, dall'Istituto Affari internazionali e dal ministero italiano degli Affari esteri e della cooperazione. Prevista la partecipazione del viceministro Emanuela Del Re.
Dalla fine di Gheddafi la Libia è nel caos. Ostilità cominciate nel 2014 tra due coalizioni e due governi rivali: da una parte quello internazionalmente riconosciuto, che ha sede a Tobruk e sostenuto dalla Camera dei rappresentanti e dall'operazione Dignità del generale Haftar; dall'altra, il governo di Tripoli e sostenuto dalla coalizione di Alba Libica. Da allora la presenza dell'Isis e nuove alleanze hanno complicato ancora di più la situazione. Fino a pochi giorni fa una svolta della situazione in Libia sembrava impossibile ma recenti indiscrezioni hanno lasciato trapelare che il generale Haftar sia ricoverato a Parigi per una malattia molto grave. Una sua uscita di scena potrebbe cambiare le carte in tavola, soprattutto per quello che riguarda i rapporti tra i due governi dell'Est e dell'Ovest.
Ora tocca a Napoli e non sarebbe male, anche per quanto riguarda i migranti, i barconi della morte, i campi di concentramento dei profughi. Perché uomini, donne e bambini torturati, derubati e ricattati da carcerieri senza scrupoli, possano essere garantiti nel rispetto internazionale dei diritti umani.
Il vertice di Napoli potrebbe essere solo un'anteprima della Conferenza nazionale della Libia che si farà a Tripoli nel gennaio del 2019. A confermarlo il presidente del Consiglio presidenziale Fayez Sarraj, e l'inviato speciale Onu per il Paese africano Ghassan Salamè, alla guida della missione Unifil. L'incontro, come quello di Napoli, si incentrerà su dieci punti chiave. Tra questi la riunificazione nazionale (in particolare modo degli assetti strategici come l'esercito), la sicurezza, le elezioni, il referendum costituzionale e le riforme economiche.
Nel Paese, però, la situazione continua a degenerare. Soprattutto sul versante della sicurezza e dell'economia, legata principalmente al petrolio. Il fronte più caldo in questo momento è quello del Movimento del Fezzan (l'ala più dura con la quale la Comunità di Sant'Egidio è riuscita a instaurare un dialogo), il quale prima ha chiuso il campo petrolifero di Sharara, il più grande della Libia. Poi ha fatto altrettanto con quello di El Feel. Il gruppo chiede migliori condizioni di vita per il Sud, nonché supporto militare e di polizia per proteggere le proprietà dei residenti. La National Oil Corporation (Noc) ha lanciato l'allarme. Se la situazione non si sbloccherà rapidamente, si rischiano effetti catastrofici con una perdita di circa quattrocentomila barili di petrolio al giorno.
L'incontro di Napoli servirà per scongiurare anche questo.


[ Vincenzo Esposito ]