La marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma

La marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma

A Santa Maria in Trastevere «l’abbraccio a quanti la demagogia dell’odio ancora oggi indica come nemici». Il rabbino capo Di Segni: «Reagire con la vita, la vera testimonianza»

Cartelli che riportano i nomi dei campi di concentramento nazisti, striscioni che celebrano la bellezza della pace e, infine, tante candele accese per dire che “non c’è futuro senza memoria”. In almeno duemila si sono riuniti in piazza Santa Maria in Trastevere sabato 12 ottobre per la tradizionale marcia silenziosa in ricordo della deportazione degli ebrei di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. Un “pellegrinaggio della memoria”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Comunità ebraica romana, che da 25 anni ripercorre, a ritroso, fino al Portico d’Ottavia il tragitto degli oltre mille ebrei, tra cui più di 200 bambini, che in quel “sabato nero” furono prelevati dalle loro case, condotti al Collegio militare a Trastevere, prima di essere imprigionati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Di quelle persone solo 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino, fecero ritorno a casa. Un momento tragico della vita della città il cui ricordo è reso ancora più urgente a seguito dell’attacco alla sinagoga di Halle, in Germania, in cui hanno perso la vita due innocenti, lo scorso 9 ottobre. (CONTINUA A LEGGERE)


[ Mariaelena Iacovone ]