A Barcellona un "piso compartido" per far vivere gli anziani in un ambiente familiare

A Barcellona un "piso compartido" per far vivere gli anziani in un ambiente familiare

Un cohousing di Sant'Egidio nel Barrio Gotico, raccontato sulle pagine del quotidiano La Vanguardia

Llorenç, 82 anni, e Ramon, 59, condividono un’abitazione da quest’estate nella “Casa de Família”, l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio affinché anziani soli, e anche persone senza dimora, convivano in un ambiente il più familiare possibile.

Noi lavoriamo per fare in modo che le persone anziane continuino a vivere a casa propria; facciamo visite periodiche per assicurarci che stiano bene, li accompagniamo dal medico… però quando non è possibile, offriamo loro di abitare qui”, spiega Montse Vilaseca, responsabile del programma per gli anziani della Comunità nata a Roma nel 1968 e attenta alle persone più vulnerabili.

Molti alloggi della Ciutat Vella non dispongono di ascensore, il che complica la vita di tutti i giorni di quei cittadini la cui mobilità si riduce di giorno in giorno. Altri non sopportano l’idea di trascorrere il resto della vita in solitudine. Altri si trovano costretti a lasciare l’abitazione per diversi motivi. È il caso di Llorenç, felice di poter convivere nel cuore del Gòtic con Ramon, Agustí e presto con Lourdes, di 87 anni.

Llorenç si gode la sua indipendenza, di poter uscire ogni mattina e fare colazione nel suo posto preferito (“per 85 centesimi, caffè e pasta”), di immergersi tra i libri della biblioteca Andreu Nin, delle sue passeggiate sulla Rambla (“cammino molto, mi dicono che è buono”) … e sa che al ritornare a casa, varcando la porta del suo nuovo appartamento, vedrà il volto dei suoi amici. Mangerà e pranzerà in compagnia.

Vivevo in strada da quattro anni. Ho conosciuto persone della Comunità di Sant’Egidio perché il giovedì ci portavano il cibo, e così è iniziata un’amicizia. Quando mi proposero di venire qui, in principio fui restio, a me piace la libertà, però in realtà non l’ho perduta, mantengo la stessa indipendenza di prima”, commenta Ramon, che condivide con Llorenç la passione per la lettura. Per questo vivono nella stessa abitazione e usano uno spazio con scrivania e scaffali pieni di saggi e romanzi. “Leggo molto e mi piace tutto ciò che parli di Barcellona. Ora sto leggendo un libro sulla storia della prigione La Modelo e un altro sui segreti delle piazze della città”, dice Llorenç.

Desideriamo diffondere questo modello perché è come vivere a casa propria, ogni giorno si riceve la visita di almeno un volontario della Comunità che mangia con loro; inoltre, una persona sta nella casa nelle 24 ore della giornata. L’obiettivo è ottimizzare questa formula per aprire un secondo appartamento, per non lasciare gli anziani da soli” sottolinea Vilaseca.

“La povertà è trasversale, alle pensioni basse si aggiungono alloggi scadenti. Ma ci sono anche anziani con più risorse che rimangono da soli. Il dramma è vedere tante persone che vivono con la tristezza di sentirsi un peso” indica Jaume Castro della Comunità di Sant’Egidio.


(traduzione a cura della redazione di un estratto dell’articolo “Un antídoto contra la soledad”, La Vanguardia, 3 gennaio 2020)