Il messaggio di Bergoglio all'incontro di Sant'Egidio

«Sono grato a quanti, in ogni parte del mondo, nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, hanno promosso momenti di preghiera e di riflessione», e per tutte la altre «iniziative in favore della riconciliazione e della concordia tra i popoli». È il saluto di papa Francesco all'Angelus che ha indirizzato alla "marcia virtuale" della Comunità di Sant'Egidio, trasmessa in streaming mondiale, insieme agli altri eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale della pace.
La tradizionale manifestazione fino a piazza San Pietro del primo gennaio si è trasformata quest'anno, a causa del lockdown, in un intenso giro del mondo tra aree e paesi feriti dalle troppe guerre ancora in corso e segnati dalla pandemia. Introducendo l'evento, che aveva come titolo «Pace in tutte le terre 2021», il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha ricordato come «salvarsi insieme vale per la pandemia ma anche per la guerra». Perché siamo sempre più coscienti di «quanto l'intera umanità sia sulla stessa barca».
Sono seguite voci e testimonianze dai centri Dream, per la cura dell'Aids in Africa e la prevenzione del Covid-19, in particolare quello di Zimpeto, in Mozambico, visitato un anno fa dal Papa; dal Libano, dove l'esplosione dell'e- state scorsa ha indebolito ulteriormente una nazione già in grande sofferenza e dai campi profughi in cui sono accolti i profughi Rohingya in Bangladesh. Si è parlato anche dei corridoi umanitari, aperti dallo stesso Libano (per i profughi siriani) e dall'isola greca di Lesbo, del processo di pace in Sud Sudan e del Centrafrica, dove si sono appena svolte le elezioni presidenziali e occorre proteggere il percorso verso il disarmo e il dialogo nazionale. 


[ Red. Cath. ]