Pulizie in piazza Garibaldi, sgomberati i senzatetto «Gettate via le loro coperte»

La Comunità di Sant'Egidio: nessun alternativa nelle notti fredde

NAPOLI. La denuncia è partita da Benedetta Ferone, responsabile del settore dei senza dimora per la Comunità di Sant'Egidio. «Ma come è possibile - si è chiesta - che in queste che sono le notti più fredde dell'anno, la preoccupazione del Comune di Napoli è tenere pulita piazza Garibaldi, sgomberando Anna Mamaluk e buttando le sue coperte, invece di darle un posto dove dormire? Perché se la città è sporca è per colpa di Anna che è considerata un rifiuto». La donna è una delle tante persone senza dimora, seguite e assistite dalla Comunità di Sant'Egidio, una delle organizzazioni di volontariato maggiormente attive sul territorio. Purtroppo Anna ha anche problemi psichiatrici e quindi rientra in quelle categorie particolarmente complicate da gestire. «Per lei come per altri clochard che hanno problemi di salute mentale, non è facile trovare soluzioni, perché c'è bisogno di un intervento dell'Asl, occorre chiamare il 118 che in questi tempi è decisamente complicato per l'emergenza Covid - precisa la Ferone - e procedere, se c'è collaborazione, ad un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In qualche situazione siamo riusciti ad ottenere dei buoni risultati come nel caso di una nostra assistita, Luisa, che è morta a 92 anni in una Rsa. È stata seguita fino al termine dei suoi giorni e ad avere una fine dignitosa».
Resta il problema di tutti i senza dimora che in questi giorni di freddo intenso rischiano comunque la salute, se consideriamo che a Napoli abbiamo 2000 clochard e poco più di 200 posti letto disponibili (tra Dormitorio pubblico, che ha gli accessi fermi da un anno, e i Centri di accoglienza La Palma e la Tenda). A ciò si aggiunge la questione della pulizia delle strade da cui la denuncia della Ferone è partita. «È dal 4 maggio 2020 che Polizia municipale, Napoli Sociale e unità mobili al mattino provvedono a "ripulire" i luoghi della città dove di solito sostano i senza dimora: Galleria Umberto, Stazione, portici di via Morelli, portici del Duomo, il che comporta molto spesso che le loro cose, indumenti e coperte, vengano portate via e smaltite come rifiuti. Capiamo che bisogna anche garantire un certo decoro urbano ma non è comprensibile gettare le coperte ad un poveraccio che dorme per strada e poi non trovare nessuna soluzione alternativa. È da tempo che chiediamo al Comune la creazione di altri posti letto. Gli operatori del Camper, l'unità mobile, fanno un lavoro straordinario, ma è sempre poco anche perché con la pandemia la povertà è aumentata e persone che prima avevano una casa o un lavoro, ora sono in strada».
Proprio ieri mattina c'è stato un tavolo tra gli operatori e il neo assessore Giovanni Pagano, tante le questioni sul tavolo: tra questi la residenza anagrafica per i senza tetto, una possibilità attualmente bloccata. «Ci è arrivata anche una segnalazione della Polfer dei Campi Flegrei che si lamenta che i gruppi che portano la cena lasciano sporco dopo aver distribuito - conclude Benedetta - io direi: invece di preoccuparci solo della spazzatura e del decoro, cerchiamo di preoccuparci delle persone, di restare umani e trovare insieme una soluzione di accoglienza perché nessuno muoia di freddo, apriamo prima le stazioni con accesso al bagno, si facciano convenzioni con alberghi e pensioni chiuse, chi può esca a portare coperte e bibite calde, questo è il vero decoro della città: la dignità per tutti». 


[ Elena Scarici ]