Centrafrica: il dialogo è ripartito da Roma

«Un solenne appello a tutti i gruppi armati - come a quelli di autodifesa - di deporre le armi e giungere ad un definitivo cessate il fuoco, coscienti dell'immensa sofferenza vissuta dal popolo centrafricano». È questo uno dei punti centrali della "Dichiarazione di Roma", redatta nella capitale al termine di tre giorni di lavori tra i rappresentanti della classe politica, della società civile e delle comunità religiose della Repubblica Centrafricana con la supervisione della Comunità di Sant'Egidio.
A riferirlo è una nota della stessa organizzazione. Il dibattito, intitolato "Verso il Dialogo repubblicano - per la pace e l'avvenire della Repubblica Centrafricana", «si è concentrato sull'organizzazione del Dialogo repubblicano, annunciato recentemente dal presidente della Repubblica Faustin-Archange Touadéra, che rappresenta una tappa fondamentale del processo di riconciliazione nazionale», spiega il comunicato. L'incontro è stato «largamente rappresentativo dei diversi attori della società centrafricana». «Dopo approfondite riflessioni - si legge nel testo - i delegati hanno raccolto i loro suggerimenti e le loro considerazioni in un documento, intitolato "Dichiarazione di Roma"». 
Sant'Egidio «esprime la sua soddisfazione per gli sforzi compiuti da tutti i partecipanti e per l'atmosfera amichevole delle discussioni e riafferma la sua volontà di collaborare per il futuro del Paese». «L'obiettivo di questi lavori non era arrivare a un accordo di pace, che in Repubblica Centrafricana già è stato raggiunto, ma delineare insieme un'idea di Paese - ha sottolineato all'agenzia Dire Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità di Sant'Egidio -. Si sono seduti allo stesso tavolo, in un clima franco ma fraterno, esponenti di tutta la politica, la società civile e le comunità religiose: è qualcosa che a Bangui non succede, e per questo siamo soddisfatti».
Lo scorso dicembre, alla vigilia delle elezioni che avrebbero portato poi alla riconferma di Touadéra, una coalizione di gruppi ribelli che non aveva accettato gli accordi di pace del 2019 (e che avevano messo nominalmente fine a sei anni di guerra civile) ha mosso un'offensiva verso Bangui, riuscendo ad arrivare fino alla periferia della capitale. Dopo settimane di controffensiva la situazione è tornata ora a una relativa calma, anche se continuano scontri sporadici e i gruppi ribelli restano influenti in diverse aree del Paese, soprattutto nel nord.


[ Paolo M. Alfieri ]