Sant'Egidio: Ascoltare il papa su evacuazione campi libici. Si è atteso già troppo

La Comunità di Sant'Egidio - si legge in un comunicato - si unisce «alla forte preoccupazione di papa Francesco, espressa all'Angelus, per le condizioni di vita dei migranti bloccati, di fatto, nei campi di detenzione in Libia». «È un dovere morale, ma anche di chi è responsabile delle istituzioni - ribadisce Sant'Egidio -, ricordarsi delle loro terribili sofferenze, come di quelle di tante altre persone, costrette ad abbandonare la propria terra. Occorre intervenire con urgenza per salvare - in modo adeguato, senza respingimenti - e per accogliere, perché il tempo passa ma la situazione non cambia, con gravi conseguenze per la vita di uomini, donne, tantissimi bambini». 
Sant'Egidio - in prima linea in questi anni nel promuovere e sostenere corridoi umanitari con altre Chiese e organismi come Caritas Italiana - chiede pertanto «di accelerare i processi di evacuazione da quei campi e, più in generale, di favorire - come ha invocato anche il papa - `percorsi regolari di migrazione`, come lo sono ormai da anni i corridoi umanitari. Francesco chiede giustamente di essere "responsabili": l'Europa lo sia dimostrando di essere all'altezza della situazione e mantenendo la promessa di cercare "soluzioni comuni" invece di invocare nuovi muri. Sant'Egidio è pronta ad accogliere i migranti, eventualmente evacuati dalla Libia, in Italia, in Francia e in Belgio».