Binario 16, per non scordare l'orrore la deportazione degli ebrei fiorentini

Il 6 novembre del 1943
Dopo la cerimonia in stazione anche l'incontro fra religioni in sinagoga

Era il 6 novembre del 1943 quando a Firenze, pianificati dal comando nazista dopo l'occupazione della città nel settembre, e con l'attivo sostegno dei fascisti, cominciarono i rastrellamenti degli ebrei. Furono oltre 300 le persone a cui fu data la caccia casa per casa, nascondiglio per nascondiglio, e che, arrestate, il 9 novembre furono caricate sui treni diretti ad Auschwitz, dove arrivarono il 14. Lì, solo 107 deportati furono ammessi nel campo, tutti gli altri vennero immediatamente eliminati. Nell'elenco dei fiorentini figuravano anche otto bambini nati dopo il 1930 e 30 anziani, nati prima del 1884. Ne tornarono indietro 15: otto donne e sette uomini.
Momenti drammatici della storia di Firenze, dell'Italia, e dell'Europa, che sono stati ricordati ieri mattina, come ogni anno, al binario 16 della 
stazione di 

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a Maria Novella, da cui i famigerati treni erano partiti, alla presenza delle autorità civili, del rabbino Gadi Piperno e del presidente della Comunità ebraica Enrico Fink.
Nel tardo pomeriggio, come già da alcuni anni, la deportazione degli ebrei fiorentini è stata commemorata anche nel giardino della Comunità ebraica, in via Farini, sotto la lapide che ricorda i deportati, con una cerimonia organizzata dalla Comunità di 

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, con la partecipazione della Comunità islamica e di esponenti di altre confessioni religiose, fra cui la Soka Gakkai italiana, e di associazioni come la Fondazione don Milani, e il Movimento dei Focolari, alla presenza del Gonfalone del Comune di Firenze.
Una iniziativa, ha ricordato il presidente Fink, che dimostra «senso di cittadinanza condivisa, e fa delle testimonianze non ebraiche l'espressione della capacità della società intera di riflettere su se stessa e di interrogarsi sulle responsabilità collettive entrate in gioco nella tragedia della Shoah».
«I nomi di tutti questi nostri fratelli, riportati nella lapide davanti a noi, ci sono cari e sappiamo che la nostra vita sarà diversa, sarà meno vita, se li dimenticheremo», ha detto il presidente della Comunità di 

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 Michele Brancale. «Per questo nelle nostre scuole della pace, nelle scuole di italiano, insegniamo quello che è accaduto. Per questo siamo qui».
E intanto, ieri, anche nella Sinagoga di Firenze, come in tutte le sinagoghe d'Italia, su invito dell'Unione delle comunità ebraiche Italiane è stata accesa una luce in memoria di uno degli episodi più terribili che prepararono la Shoah, la Notte dei Cristalli, quando nella Germania nazista, fra il 9 e il 10 novembre del 1938, sinagoghe, cimiteri, case, scuole, negozi, delle comunità ebraiche tedesche furono dati alle fiamme nel corso un gigantesco pogrom.


[ Maria Cristina Carratù ]