L'altra faccia della pandemia: così a Roma è triplicato il bisogno di cibo

Presentata la 32sima guida tascabile per senza tetto, "Dove mangiare, dormire, lavarsi", nella capitale
Aumento vertiginoso dei nuovi poveri. Impagliazzo (Sant'Egidio): «Le ferite sono ancora aperte, questa stagione di emergenza non si è ancora conclusa e si può affrontare soltanto insieme»

Per misurare le conseguenze sociali del Covid, la Comunità di Sant'Egidio usa un metodo empirico ma efficace. «Sì, da inizio pandemia abbiamo distribuito il triplo dei pacchi alimentari, circa 500mila - spiega Marco Impagliazzo - e oltre un milione di pasti, sommando i 430mila nelle nostre mense di Roma, Genova, Novara, Frosinone e Luca, con i 620mila nelle cene itineranti in numerose città». È la pandemia sociale.
Il presidente della Comunità di Sant'Egidio coglie l'occasione della presentazione della 32esima guida tascabile per senzatetto, "Dove mangiare, dormire, lavarsi", per lanciare la campagna solidale «Aggiungi un posto a tavola». Uno sforzo ulteriore, per regalare a tanti poveri, compresi quelli prodotti dal Covid, un degno pranzo di Natale. La raccolta di fondi permette fino al 27 dicembre una donazione di 5 o 10 euro chiamando da rete fissa, di 2 euro inviando un sms, al numero 45586.
Il manualetto di sopravvivena per senza dimora, scherzosamente definita la "Guida Michelin dei poveri", in 274 pagine fomisce indirizzi, numeri di telefono e consigli preziosi per chi vive in strada. "Le ferite del Covid sono ancora aperte". Il presidente di Sant'Egidio ricorda che oltre 1 milione di persone è scivolato sotto la soglia della povertà assoluta nel 2020, portando il numero totale a 5,6 milioni di individui, compreso 1 milione e 330mila minori. Povertà è non avere soldi per fare la spesa. O per pagare un affitto.
Sant'Egidio stima in 50mila i senza dimora nel Paese. Per loro, ma anche per gli anziani soli e le persone con disabilità fisica o psichica, la Comunità ha messo in campo una rete di coabitazioni di cui, solo a Roma, fruiscono 900 persone, più altre in diverse città italiane. Da inizio pandemia nella Capitale sono 43 le soluzioni di cohousing, coabitazioni per senza tetto o anziani soli sottratti alla strada o agli istituti.
Per rispondere all'aumento delle richieste di alimenti, a Roma il numero delle strutture è aumentato da 3 a 28 e nuovi punti sono stati allestiti.
"Questa stagione di emergenza - sottolinea Impagliazzo - non si è ancora conclusa e si può affrontare soltanto insieme. Bisogna superare l'inerzia e lo stordimento di questo periodo. I cittadini e le istituzioni devono unirsi, per una grande mobilitazione in favore di chi ha subito maggiormente le conseguenze economiche e sociali della paridemia. C'è bisogno di un salto di solidarietà e responsabilità. Le feste di Natale, momento caldo e di famiglia, saranno l'occasione per aggiungere un posto a tavola e per non dimenticare chi ha bisogno".
Dopo l'interruzione imposta dalla pandemia, è grazie alle vaccinazioni che il 25 dicembre poveri e persone senza dimora, torneranno a incontrarsi per il tradizionale pranzo di Natale di Sant'Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Con loro, idealmente riuniti attorno alla stessa tavola, altri 80mila poveri in tutta Italia (di cui 20mila a Roma), 240mila nel mondo.
Per assicurare la vaccinazione a persone socialmente fragili, Sant'Egidio 
da tempo ha realizzato un centro vaccinale a Trastevere di cui finora hanno usufruito 8 mila persone.
E sarà un Natale più sereno anche per un gruppo di profughi afghani, appena arrivati grazie ai corridoi umanitari. Impagliazzo annuncia l'arrivo di 12 persone, atterrate a Roma stamattina, dopo l'espatrio precipitoso in Iran e Pakistan. Sono i primi di 1.200 che saranno accolti grazie al protocollo firmato un mese fa tra Viminale, Farnesina, Cei, Sant'Egidio 
, Chiese evangeliche e Arci.



[ Luca Liverani ]