Addio alla strada, Natale porta la casa ad Alberto

Comunità di Sant'Egidio

Un uomo ripiegato su se stesso. Lo sguardo basso di chi ha perso ogni speranza. Alberto era così, quando lo abbiamo conosciuto alla Stazione Cadorna, che per anni è stata la sua casa. Abbiamo iniziato a cercarlo, tornando tutte le settimane, anche più volte nella stessa settimana. Una fedeltà, una dedizione, che lo hanno aiutato a ritrovare la fiducia in sé e negli altri. Grazie a un bando pubblico, lo abbiamo aiutato ad avere una casa popolare. Dove entrerà in questi giorni. Un gran bel regalo di Natale. L'inizio di una vita nuova».
È con palpabile entusiasmo che Ulderico Maggi della Comunità di Sant'Egidio 
racconta la storia di Alberto (nome di fantasia). È una delle «storie di resurrezione» che costellano il Natale del "popolo" di Sant'Egidio.
«Storie come l'incontro fra gli anziani soli di Milano e i ragazzi del movimento "Giovani per la pace", molti dei quali vengono da situazioni dure, estreme, di periferia, e che hanno imparato a dedicarsi a quegli anziani, li hanno adottati, e li andranno a trovare anche a Natale».
Una costellazione di storie. E di iniziative. «Nel segno della fraternità. Ci guida uno slogan : un Natale per tutti. Cerchiamo tutte le persone che in vari modi affianchiamo e aiutiamo durante l'anno - anziani soli, famiglie italiane, straniere, di origine rom, persone senza dimora entrate in percorsi di housing first, profughi arrivati con i corridoi umanitari - perché a Natale nessuno resti solo. Rispetto al 2020 - prosegue Maggi - possiamo realizzare qualche occasione d'incontro in più. Tanti piccoli pranzi in spazi domestici o comunita
ri. Visite al campo profughi di Bresso, a due Rsa al Corvetto, doni e pasti a casa degli anziani soli e di famiglie povere, in alcune chiese gli incontri con gli studenti delle scuole di lingua e cultura italiana e i loro familiari... Con tutte le nostre iniziative, in tempo di Natale, arriviamo a coinvolgere 1.500 persone».
E sono 1.500 «storie di resurrezione». Come quella di Alberto. «Che per paura, per disagio, non voleva vaccinarsi. Ma poi ha cambiato idea, pur di condividere con noi il pranzo di Natale. L'amicizia vince sulle paure: ecco cosa ci ha insegnato Alberto». 


[ L.Ros. ]