Il Natale degli ultimi

La Comunità di Sant'Egidio ha organizzato un pranzo a teatro, pasti da asporto e borse della spesa alimentare per aiutare le persone che hanno più bisogno

Secondo Natale di pandemia per il mondo intero. E chi si trova a vivere sempre in solitudine e miseria è ancora più esposto alle difficoltà. La Comunità di Sant'Egidio ha dovuto rinunciare al suoi maxi-pranzo da 1.700 commensali ma ha trovato altre soluzioni per rendere il 25 dicembre un giorno comunque speciale: pranzo in teatro per i clochard, borse della spesa per mille famiglie e una «Festa del dono» (a piccoli gruppi e a turni ma comunque in presenza) per scambiare un dono e dirsi Buon Natale.
E' cominciata nei giorni scorsi e culmina oggi la distribuzione di mille borse della spesa con tutto l'occorrente per un pasto della festa: riso e pasta, funghi, carne, olio, panettone. A questa si aggiunge, per 700 nuclei con bambini, la consegna dei regali personalizzati nelle «Feste del dono» alla Pinetina di Sant'
Agabio in via Cervina e alla Casa della solidarietà in via Fratelli Di Dio a Sant'Andrea, nel capoluogo, e ad Arona.
Sono invitate le famiglie di bambini della Scuola della Pace e quelle aiutate in varie modo durante l'anno: il ritrovo per un dolce e un giocattolo sarà a piccoli gruppi distanziati gli uni dagli altri: tante «bolle» natalizie che consentono di farsi gli auguri e trascorrere qualche momento allegro insieme, rispettando le norme anti-Covid.
Per chi vive senza una casa vera, i volontari hanno pensato due soluzioni diverse. Una ventina di persone troveranno un posto a tavola e un pranzo natalizio all'interno dei teatro dei Salesiani, che garantisce il distanziamento necessario: la mensa di via Dolores Bello era troppo piccola. Per altri settanta. che vivono per strada, il pasto caldo sarà d'asporto: lo ritireranno e lo porteranno dove vivono, nelle soluzioni di fortuna che sono usciti a ricavare.
Poi ci sono gli anziani, in totale sono 2.800 di cui ottocento chiusi (è ancora purtroppo il caso di dirlo) negli
istituti, gli altri nelle loro abitazioni e altri ancora nelle tre case-alloggio allestite dai volontari di Sant'Egidio 
a Novara, nella villetta che fu della famiglia Scalfaro e in via Azario, e a Santo Stefano di Borgomanero. Per ogni pensionato i bambini delle scuole hanno scritto un biglietto di auguri: «Avevamo sperimentato questa forma di dono lo scorso anno - racconta la presidente della Comunità Daniela Sironi - e gli anziani sono stati felicissimi. Quando l'abbiamo rilanciata, sono piovute tantissime offerte da insegnanti di molte scuole e allora abbiamo capito che il regalo era reciproco: i bimbi esprimono sentimenti dolcissimi e gli anziani sono felici».
Nella festa sono coinvolti anche un gruppo di ragazzi profughi, che collaborano alle «Feste del dono» e al Natale degli anziani e di famiglie arrivate da luoghi di guerra grazie ai «Corridoi umanitari»: a maggio un giovane dall'Iraq, poi un gruppo di famiglie che ora vivono a Novara, Ghemme e Borgomanero e, appena quindici giorni fa, un nucleo dall'Afghanistan.
«Per tutti ci sarà un dono, un pensiero perché Natale è anche la festa di una vita nuova che nasce: è il dono di Dio per tutti, soprattutto per quelli che hanno bisogno di una speranza per il loro domani - conclude Sironi -. E` il nostro augurio: un mondo migliore nasce quando tutti sono parte di una stessa famiglia, quella umana, in cui si confonde chi dà e chi riceve, perché ciò che è al centro è l'abbraccio, quello del cuore, quello della vita, che stringe, sostiene e riscalda». -


[ Barbara Cottavoz ]