In 60 al pranzo della Comunità di Sant'Egidio: fra loro anche Adam, a Trieste dopo 365 giorni di viaggio dalla Siria

Il pranzo di Natale organizzato il 25 dicembre 2021 a Trieste

Adam, 30 anni, ha speso 365 giorni per arrivare a Trieste dalla Siria. A Natale sarebbe stato solo, ma la grande famiglia della Comunità di Sant'Egidio è venuta in suo soccorso accogliendolo al pranzo organizzato nuovamente oggi, 25 dicembre 2021, dopo un anno di stop causa pandemia.
Un pranzo più intimo rispetto agli anni scorsi: erano una sessant
ina i partecipanti quando in passato le tavolate raccoglievano fino a 400 persone. I tempi di Covid dettano regole diverse. Anche la location quest’anno è cambiata. Non più la Stazione Marittima ma gli spazi del Trieste Convention Center, messo a disposizione grazie anche al Comune. In sua rappresentanza c’era l’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli con la moglie Mariacristina.
“È un appuntamento di rinascita e felicità - ha sottolineato l’esponente della giunta Dipiazza -. In un momento in cui a livello europeo viene messo in discussione il termine Natale, noi lo ribadiamo con forza. Noi siamo qui in un clima di amicizia e fraternità, in una città che vuole affermare questi valori con forza”. E ricordando il primato di Trieste nella classifica nazionale per qualità di vita Grilli ha dato il benvenuto “a chi è venuto da poco in città” rinnovando l’amicizia a chi da tempo è qui” .
Loredana Catalfamo, responsabile della comunità, assieme al presidente Paolo Parisini, ha ricordato come il Natale “è un messaggio di speranza e questo pranzo vuole essere un messaggio di speranza. Il nostro servizio non si esaurisce qui: è dal 12 dicembre che recapitiamo doni, pranzi e cene a 200 famiglie”. In questo pranzo “salvaguardiamo i più fragili, a cui abbiamo detto di non venire. Abbiamo mangiato in amicizia ma anche in grande sicurezza. A Natale invito a guardare gli ultimi, chi soffre e si sente solo, e chi muore in mare: proprio oggi sono morte 27 persone nel mare Egeo, ma questo capita anche sulla rotta balcanica e al confine con la Bielorussia a persone che cercano solo una speranza migliore”.
Anche il vescovo Giampaolo Crepaldi ha partecipato al pranzo. “Penso al Natale - ha detto - e penso che sia un festa che ci unisce, che ci tiene stretti nel legame della fraternità e dell’amicizia. Gesù è venuto e ci ha dato questo messaggio. Due parole - ha ribadito -: fraternità e amicizia. Io vi auguro un buon Natale, che sia di fraternità e di amicizia”.