Covid e freddo: è emergenza clochard. "Senza vaccini, condannati a morire"

L'allarme
«Rivolgo un appello alla cittadinanza anche una coperta portata a chi dorme per strada può salvare la vita», dicono da Sant'Egidio

Con le stazioni della metro chiuse di notte, altri clochard rischiano di morire per il freddo o per il Covid: li chiamano gli "irraggiunti". Persone senza fissa dimora che rifiutano il vaccino e anche l'accoglienza in una struttura, non hanno il Green Pass.
«Rivolgo un appello alla cittadinanza - commenta Paolo Ciani, capogruppo di Demos ed esponente della comunità Sant'Egidio - anche una coperta portata a chi dorme per strada può salvare la vita e chi dovesse vedere persone che si trovano in estrema difficoltà deve chiamare subito i soccorsi. In questi giorni due persone sono state salvate poco prima di morire di ipotermia grazie ai cittadini che hanno contattato l'ambulanza o la Sala operativa sociale del Comune».
Le persone che dormono per strada e sono definite "irraggiunti", sono appunto irraggiungibili perché difficilmente accettano aiuto dalle Asl e dalle associazioni di volontariato. Alla base c'è una grave o gravissima problematica psichiatrica che spesso le rende inavvicinabili. Oppure sono nascoste in luoghi isolati della città.
Sia la Asl Roma I sia le associazioni di volontariato hanno difficoltà nel quantificarne il numero: solo alla stazione Termini ce ne sono centinaia ma in tutta la città, con l'avanzare della pandemia e della crisi economica, aumentano ogni giorno i singoli o i piccoli gruppetti che dormono nelle viuzze o sotto i 
ponti.
Ma anche chi raggiunge luoghi più visibili come le stazioni, non può accedervi dopo una certa ora: di notte sono chiuse e pensare di aprirle, spiegano da Atac, purtroppo è complicato. Andrebbero controllati i Green pass (che in molti non hanno) oppure fare un tampone. Le stazioni dovrebbero essere poi sanificate.
I senza fissa dimora sono circa 7000 ín città e se un anno fa i posti letto nelle strutture di accoglienza erano circa 90, adesso il piano freddo della nuova amministrazione ha aumentato il numero a 400. Non bastano, ma sono presidi fondamentali anche dal punto di vista sanitario perché qui le persone possono essere più facilmente convinte a farsi vaccinare.
«Sono circa 800 le persone che risiedono nei centri o sono senza tetto che siamo riusciti a immunizzare - spiega Paolo Parente, dirigente medico presso la Direzione strategica della Asl Roma 1- a cui si aggiungono le oltre 20mila persone che non avendo la tessera sanitaria non avrebbero potuto vaccinarsi». Per avvicinare anche chi non vuole immunizzarsi e rifiuta l'accoglienza, secondo Parente è indispensabile la rete tra Comune, Regione e associazioni vicine agli ultimi come 
Sant'Egidio, Caritas e Nonna Roma. Perché volontari, medici e assistenti devono innanzitutto riuscire a ottenere la loro fiducia. Spesso ci si riesce intercettando prima un'altra necessità: la fame.
«Presso la mensa della Caritas, insieme alla Asl e alla Croce Rossa, siamo riusciti a far vaccinare persone che non volevano - spiega Roberta Molina della Caritas - Sarebbero necessari più luoghi dove i clochard possano venire a prendere anche solo una bevanda calda o un panino perché in questo modo possiamo avvicinarci a loro». Facendo la differenza tra la vita e la morte.

 

[ Marina de Ghantuz Cubbe ]