Oriente e Occidente, umanesimo globale

Dal convegno organizzato nel 2015 dalla Comunità di Sant'Egidio spunti decisivi per avvicinare due civiltà nel segno del dialogo
La riflessione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant`Egidio: «Era convinzione di Giorgio La Pira, mezzo secolo fa, che ci fosse bisogno di un umanesimo planetario. E' la nostra convinzione oggi, nel mondo globale», in un tempo - insiste Riccardi «caratterizzato purtroppo da grandi barbarie anche soltanto sul Mediterraneo»

Partecipando a Firenze, nel giugno 2015, al primo convegno `Oriente e Occidente. Dialoghi di Civiltà`, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e l'università di Al-Azhar - copromotore il Comune - il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, per la prima volta in visita ufficiale in Europa, sottolineò l'importanza di arrivare a una «piattaforma comune in grado di contribuire all'avvio di un avvicinamento tra le due civiltà per un rafforzamento dei principi di democrazia, di libertà e del diritto dell'essere umano».
Si sono svolti successivamente altri appuntamenti di `Oriente e Occidente` che hanno fatto fare ulteriori passi in avanti, creando quel clima che ha favorito nel febbraio 2019 l'incontro di Abu Dhabi, quando la piattaforma, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, è stata firmata da papa Francesco e Ahmad Al-Tayyeb. E' ancora in corso la sua ricezione, nonostante le difficoltà create dalla pandemia. Si è scavato in un solco che richiedeva il coraggio di un'ambizione costruttiva, capace di confrontarsi con la storia.
Andrea Riccardi, storico e fondatore di Sant'Egidio,
 ricordò nel Salone dei Cinquecento «i primi dialoghi di civiltà del Novecento, grazie alla geniale intuizione del sindaco La Pira che il Mediterraneo dovesse diventare un lago di pace e d'incontro. Era convinzione di La Pira, mezzo secolo fa, che ci fosse bisogno di un umanesimo planetario. E' la nostra convinzione oggi, nel mondo globale», in un tempo «caratterizzato purtroppo da grandi barbarie anche solo sul Mediterraneo».
Il sindaco Dario Nardella rilevò come l'incontro si ponesse «controcorrente» perché puntava «a dissipare pregiudizi, alcuni sedimentati nei secoli, altri più recenti: sono come una patina sui nostri occhi e hanno fatto pensare che lo scontro fosse un destino inevitabile. Crediamo invece che il presente e il futuro siano vivere insieme e insieme, Oriente e Occidente, riscoprire radici e orizzonti comuni».


[ MICHELE BRANCALE ]