«Tanti in città pronti a ospitare i profughi»

L'accoglienza
«I datori di lavoro pronti a ospitare i familiari delle badanti»

«Stiamo raccogliendo le richieste delle donne ucraine di portare in Italia i loro figli e nipoti, siamo già a oltre 50 casi. Ma ancora non sappiamo bene come fare, la situazione è molto confusa. Ma tanti romani, e italiani in genere, hanno offerto subito la loro disponibilità a accoglierli».
Addolorati, partecipi e senza un quadro ben chiaro della condizione dell'Ucraina: ma già al lavoro per organizzare l'accoglienza dei profughi e il sostegno a chi resta. La Comunità di Sant'Egidio 
è in prima linea, come sempre nelle emergenze umanitarie, anche per la crisi ucraina.
Daniela Pompei, responsabile per i servizi all'immigrazione della Comunità, è la donna che ha inventato i «corridoi umanitari» che hanno permesso di salvare le vite di tanti profughi in tutto il mondo, facendoli arrivare in Italia in sicurezza.
«La comunità ucraina di Roma è molto numerosa e quasi tutta femminile - spiega - In tutta Italia sono oltre 250 mila, distribuite fra Roma, dove vivono in 20 mila fra regolari e non, Napoli e Milano. Non sono giovanissime, in genere partono per aiutare i figli già abbastanza grandi, magari per pagare loro l'università, facendo le badanti e le colf. Molte frequentano la Comunità, la scuola di italiano e le funzioni religiose. Come stanno? Sono disperate, piangono e pregano per i loro figli e nipoti, per le famiglie e sperano di farli arrivare in Italia».
Nonostante la guerra «strisciante» già in atto nel Paese dal 2014, quasi nessuna credeva davvero all'invasione russa, almeno non subito: «Qualcuna si era organizzata per farli partire lunedì, ma ormai è troppo tardi: in migliaia si sono messi in macchina per raggiungere la Romania e la Polonia, Paesi aperti, ma non sappiamo come e quando ci arriveranno. Fino ad allora e finché non conosceremo la portata del flusso migratorio non possiamo fare moltissimo».
Intanto ieri pomeriggio a chiamare la Comunità sono stati anche molti datori di lavoro: «Hanno detto di essere disposti ad accogliere nelle loro case i familiari delle loro badanti, cerchiamo di capire come aiutarli
». Daniela Pompei e i suoi stanno prendendo contatti anche con le chiese e le associazioni locali: «Chiederemo anche corridoi umanitari, ma ci vuole tempo, non è una cosa immediata. Intanto le nostre comunità in Ucraina si stanno dando da fare per assistere poveri, senzatetto e anziani, sebbene la situazione sia difficile anche per loro. E con quelle in Romania e in Polonia stiamo vedendo di organizzare l'assistenza ai profughi, magari inviando cibo, medicine e coperte, ma è ancora presto. Per chi arriverà in Italia ci stiamo attivando per reperire posti per la prima accoglienza, ma essendo richiedenti asilo, le istituzioni devono fare la loro parte. Andrà meglio a chi ha parenti, si ritroveranno in un ambiente familiare: magari poi penseremo a fornire a chi ha già casa e li ospita un piccolo mensile per aiutarli con le spese, bastano anche 2 0 300 euro al mese».
Fra poco la Comunità metterà sul sito l'invito a contribuire economicamente per l'assistenza a chi è in fuga dall'Ucraina e a chi ha deciso, o è costretto, a rimanerci: «Gli italiani e i romani sono sempre generosi quando serve, per fortuna». 

 


[ Ester Palma ]