La comunità di Sant'Egidio trascina le manifestazioni a favore della pace

«Sì alla pace, no alla guerra!» una frase ripetuta più volte, in piazza Martiri del centro di Borgomanero nella manifestazione indetta dalla Comunità di Sant'Egidio riferita all'invasione in Ucraina, ma riferita a tutti i conflitti. Tanti partecipanti, molti occhi bagnati e non per il vento freddo; bandiere giallo-azzurre dell'Ucraina, cartelli con scritte "No alla guerra", altri con "Mir": cioè "pace" (in entrambe le lingue ucraina e russa). Vi era anche una bandiera russa di solidarietà con gli ucraini con le scritte "Pace-Mir".
L'introduzione da parte di Patrizia Ferro della Comunità di Sant'Egidio nel Borgomanerese: «Abbiamo chiesto a tutte le forze politiche, alle organizzadone sindacali e a quelle della società civile di unirsi alla manifestazione: un raduno con la sola appartenenza della pace Per chiedere che si continui a parlare e a negoziare per fermare le armi». Dopo Patrizia Ferro, Giuseppina Lombardi, 80 anni, nata a Corneto (Reggio Emilia), residente a Borgomanero: «Sono nata con la guerra, ricordo di essere portata nei rifiuti quando vi erano i bombardamenti. Voglio vivere nella pace e non voglio che nessuna persona, 
che nessun bambino in particolare, muoia sotto le bombe. Vivo in un cortile con marocchini, filippini e altre etnie: vado d'accordo con tutti e tutti rispetto».
Daniela Sironi, responsabile regionale della Comunità di Sant'Egidio: «Per noi della Comunità di Sant'Egidio la pace, è una scelta evangelica, ma per tutti noi cittadini italiani l'articolo 11 della Costituzione afferma che "L'Italia ripudia la guerra"». E rivolta agli ucraini: «Il vostro dolore è il nostro dolore; la vostra guerra è la nostra guerra; la vostra pace è la nostra pace».
Uno studente liceale, Alessandro Callaci: «Noi non abbiamo conosciuto i morti della Seconda guerra mondiale. Viviamo in pace da quando siamo nati; abbiamo ricevuto un dono, l
a pace, e non vogliamo rinunciare. Basta con le parole bellicose della politica. Basta con vecchi schemi geopolitici che non servono a nulla se non a dividere i popoli e a creare nemici dove non ci sono. Basta con i discorsi di odio che corrono senza freni suoi nostri social network. Noi delle generazioni, cosiddette Z o millenials, siamo la dimostrazione che la pace è possibile: ci siamo sentiti a casa dovunque andavamo, uniti dalle amicizie virtuali, felici di poter comunicare facilmente, pieni di fiducia nel domani». E a quelli che hanno le leve del "potere": «Vi imploriamo: no alla guerra, no all'odio, sì alla pace».
Il sindaco Sergio Bossi ha fatto sue riflessioni di Gino Strada: «Smettiamo di ucciderci, usiamo il buonsenso co
mune: la guerra non serve a nessuno».
Walter Fornara ha letto un comunicato di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, di rendere Kiev 
"Città aperta", la città dove le culture russa e ucraina s'incontrano e dove ha avuto inizio la storia di fede dei popoli ucraino, russo e bielorusso. 


[ Gianni Cometti ]