Già in prima linea i cardinali inviati dal Papa

Il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del dicastero vaticano per la Promozione dello sviluppo umano integrale, sta incontrando in questi giorni i profughi ucraini in Ungheria

Domenica all'Angelus papa Francesco aveva annunciato l'invio di due emissari, il cardinale Conrad Krajewski giunto già in Ucraina dalla Polonia e il cardinale Czerny. Il porporato, nato in Cecoslovacchia e naturalizzato canadese, ha iniziato la sua missione martedì.
In tarda mattinata ha visitato la stazione internazionale di Kelety, a Budapest, dove da settimane giungono circa 2000-2500 profughi al giorno in fuga dall'Ucraina. Molti di passaggio verso la Polonia, l'Italia e la Germania. Tutti sono assistiti dalla Caritas locale e dall'Ordine di Malta che, oltre a fornire cibo, medicinali e vestiti, li aiutano a trovare sistemazioni provvisorie. Il cardinale ha incoraggiato il lavoro dei volontari e ascoltato alcune delle storie di queste persone, tra cui alcuni giovani studenti di medicina provenienti dalla Nigeria e finora residenti a Ternopil, ma anche cinesi e vietnamiti.
Sulla questione profughi, la guerra in Ucraina sta facendo emergere un problema nel problema, lo sfollamento e l'emarginazione che subiscono i residenti africani e asiatici nel Paese. "E` un punto terribilmente sofferente e delicato"; ha detto Czerny intervistato da prima di partire. "E' difficile, in un momento di tale tensione, affrontare tale questione che ha radici in pregiudizi, rifiuto, incomprensioni. Noi comunque cerchiamo di farlo, collegando l'esperienza degli europei con quella degli asiatici e africani. E non solo questo".
Nel pomeriggio, Czerny si è recato nella chiesa di San Pietro Canisio dove ha visitato l'opera di assistenza gestita dalla Comunità di Sant'Egidio
. "Un piccolo centro per una grande esigenza", già attivo con l'emergenza profughi dell'Afghanistan, hanno spiegato i responsabili, nella cronaca di Vatican News, mostrando al porporato la stanza adibita per l'accoglienza. Materassi, coperte, asciugamani, stufe, un tavolo con cibo e bevande: due ragazze hanno preparato nel pomeriggio il tutto per dare un benvenuto dignitoso ai profughi giunti alle stazioni di Budapest. Circa 12-13 le persone che rimangono al massimo due notti nella parrocchia, per poi sistemarsi in alloggi più adeguati.
"Non è un albergo a cinque stelle ma è un punto di ritrovo per chi non sa dove andare", hanno detto i membri della Comunità che da questa estate sono attivi nel servizio accoglienza profughi dopo l'emergenza Afghanistan. "Ora il lavoro è più grande, ma è bello vedere che anche tante famiglie ungheresi hanno dato disponibilità per accogliere in casa almeno un profugo dell'Ucraina". Czerny li ha benedetti, poi si è girato a guardare un crocifisso realizzato con il legno dei barconi di migranti approdati a Lesbo. Davanti ad esso i membri di Sant'Egidio 
e i loro ospiti si sono fermati a pregare, affidando le fatiche quotidiane e implorando il dono della pace. L'itinerario del porporato è poi proseguito com una visita alla frontiera di Barabas, nei punti di accoglienza dei profughi.
Dal canto suo, l'Elemosiniere del Papa, mandato da Bergoglio in Ucraina, ha incontrato i profughi e mantiene un filo diretto col Pontefice aggiornandolo telefonicamente. Ieri il cardinale Krajewski ha incontrato Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, e il metropolita di Lviv Mieczyslaw Mokszycki. I tre hanno anche avuto una conversazione telefonica con Papa Francesco.