Sant'Egidio per la pace

Fiumicino raccoglie una piazza gremita di voci di tutte le età per dire la strada della fraternità a tutta l'umanità

"No alla guerra, sì alla pace", ad una sola voce. Fiumicino ha ripetuto questa frase venerdì della scorsa settimana nella manifestazione organizzata dalla comunità locale di Sant'Egidio, dal Comune e dalla diocesi di Porto-Santa Rufina. Uno stesso pensiero ha animato la piazza antistante il comune, e tanti cuori ne hanno sostenuto il peso: mostrare la follia della guerra e la gioia della pace.
Cuori come quello diciottenne di Chiara Magri di "Giovani per la pace", che batte con la forza di una generazione inorridita dal ripetersi di errori passati. O come quello novantenne di Lidia Bonanno che quegli errori ha vissuto sulla pelle, e mai avrebbe cre
duto di pulsare nuovamente per un dolore conosciuto bene. O come il cuore di Ludmilla che pensa alla sua Ucraina e alla nonna che aveva protetto dei bambini ebrei, ed ora non riesce a credere reale l'incubo della distruzione nella sua terra. E poi le poesie dei bambini, aiutati dalle insegnanti a comprendere quello che sta succedendo in Europa.
Francesca Scambia, responsabile della comunità di Sant'Egidio, ha ricordato che la guerra distrugge la quotidianità delle persone, spezza le vite: «Dobbiamo coltivare la pace», ha gridato con decisione. Per il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca la piazza di Fiumicino, "tanto bella quanto brutto è il motivo che l'ha raccolta, indica ancora una volta l'accoglienza che questa città ha praticato fin dalla sua antica origine". L'amministratore ha espresso solidarietà al popolo ucraino che continua a resistere. Dio sta con gli operatori di pace, ha sottolineato alla fine il vicario foraneo don Bernardo Acuna che ha portato il saluto del vescovo Gianrico Ruzza. Per i cristiani, ha ribadito il sacerdote, solo la pace permette all'umanità di continuare a essere tale. 


[ Si.Cia. ]