«Noi, famiglie romane in rete per dare casa agli ucraini». Appio e Parioli, i primi arrivi

La storia 
Tutte le vediamo quelle mamme dagli occhi tristi che scappano con i figli in braccio. Tutti vorremmo fare qualcosa, poi ci vuole un trait d'union, quel filo sottile ma forte che lega due nonne improvvisamente solidali. Perché sono ucraine la stragrande maggioranza delle badanti romane e il passa parola salta burocrazia e ostacoli, così «Natalia che si occupa di nonna - racconta Raffaella Falcueci, 50 anni dell'Appio Latino - circa 15 giorni fa ci ha chiesto aiuto, per la figlia e la nipote. E io le ho detto certo, sono sola e le ho accolte con tanta emozione, sono arrivate tre giorni fa, Maria 33 anni e Slata, 7 anni. Sono scappate da una città a 600 chilometri da Kiev dove c'è un aeroporto militare che avevano bombardato. Dopo tre giorni di viaggio ammassate nei treni, sono arrivate a Varsavia dove sono arrivate in pullman fino a Roma Tiburtina, grazie ai biglietti pagati dalla nonna»,
E poi c'era il grande cuore di Roma ad attenderle, quello di Raffaella, legale di una società che si occupa di recupero crediti e che fa parte anche della Comunità di Sant'Egidio
, della sorella che ieri le aveva portate al Parco della Caffarella con tutti i nuovi amici romani, la solidarietà tra amiche, specie quelle che non hanno figli, per portare Slata a scuola, a Termini, una grande collaborazione.
«Maria vuol dare una mano a casa, specie quando lavoro, ma a me non serve, Stata come tutti i bambini ha subito assimilato alcune parole e le ripete. Stiamo insieme, fanno parte della mia famiglia, mia nipote Sara Menne passa molto tempo con lei, sono felice e lo rifarei mille volte».
Gli occhi tristi
«Maria - dice ancora Raffaella - ha gli occhi tristi, preoccupati ha lasciato il marito a combattere in Ucraina. Io non sono l'unica, tutte le famiglie che hanno un aiuto in casa si stanno dando da fare, conosco due mamme, Marica e Pamela, che si sono prese cinque bambini a casa, ai Parioli, è piccola sono in attesa di un'accoglienza da parte del Comune alla Giustíniana. Il Comune di Roma ci sta aiutando con i documenti, tessera sanitaria, tamponi, vaccinazioni. Tutte quelle mamme in fuga con i bambini non passano inosservate, non si può far tinta di niente.
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Mentre paria, Slata e Maria sono in Caffarella con la sua grande bella famiglia. Stata sorride e corre sotto il sole, circondata da affetto e nuovi piccoli amici. «Ci siamo fatte tante foto, è un piacere stare con loro, quante gliene devo mandare?». Raffaella è una delle prime ad essere entrata nell'Albo delle famiglie accoglienti che in collaborazione con Refugees Welcome Italia ha messo in campo l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma. «Sono oltre 300 le famiglie che hanno scritto», spiega l'assessore Barbara Funari. 


[ Raffaella Troili ]