Sant'Egidio e la Papa Giovanni in campo

La Comunità di Sant'Egidio accoglierà nelle prossime ore 47 dializzati che erano in pericolo di vita per le condizioni sempre più difficili che devono affrontare le strutture sanitarie in Ucraina a causa della guerra. Provenienti da due città dell'Est del Paese, dovrebbero arrivare tutti entro la giornata di oggi in Italia.
Un primo gruppo di 28 persone, che risiedevano a Poltava, dopo un lungo e difficile viaggio in pullman (1.200 chilometri) all'interno dell'Ucraina, reso possibile grazie al supporto della Comunità, ha già varcato il confine con la Slovacchia. Lì Sant'Egidio, presente alla frontiera, ha organizzato la prima accoglienza e, in collaborazione con il ministero della Sanità slovacco, ha fornito ai pazienti la possibilità di fare una seduta di dialisi, indispensabile per la prosecuzione del viaggio.
Verso Leopoli è, invece, diretta una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Vogliamo portare un messaggio - di pace dice Giampiero Cofano, segretario della Comunità -: chiediamo la fine delle ostilità, quindi 
di riaprire quanto prima un dialogo partendo dal cessate il fuoco. Come abbiamo già sperimentato a Sarajevo, a Pristina e in Congo, la società civile può essere determinante - prosegue Cofano -. Andiamo lì con un messaggio di pace e intendiamo tornare con un messaggio di pace: proveremo a portare in Italia le persone più fragili, bambini e disabili. La possibilità di mettere a disposizione un aereo ci sembrava la cosa migliore», conclude Cofano.