Profughi ucraini, pronti diecimila posti

La Regione li ospiterà negli ex hotel Covid e Sant'Egidio ha affittato un albergo

Alberghi (quelli ex Covid e non solo), case e stanze private offerte a centinaia dai romani, la rete delle parrocchie, quella della Caritas e di Sant'Egidio: in tutto sono oltre 10 mila i posti pronti per accogliere i profughi ucraini. Ma in città non ne sono arrivati ancora moltissimi, anche perché molti restano bloccati alle frontiere in attesa di trovare un posto sui pullman. Ma la macchina romana della solidarietà è pronta all'accoglienza.
«Ne abbiamo accolti già 50, a Villa Letizia, l'hotel sull'Aurelia che abbiamo affittato grazie alla donazione della banca Ibl. E domani riceveremo sempre lì 28 pazienti dializzati, quasi tutte donne, alcune molto giovani. Vengono da Poltava, est Ucraina, stanno facendo 1.200 chilometri in pullman coi nostri volontari. Siamo già in contatto con un nefrologo della clinica Città di Roma, che collaborava col centro locale e li assisterà qui».
Daniela Pompei, responsabile immigrazione di Sant'Egidio, resta in prima linea nell'accoglienza ai profughi ucraini: «I romani stanno facendo tanto: siamo già a 200 offerte, fra case e stanze. Ci 
sono anche anziani, come la signora di Monteverde che ha messo a disposizione il piano di sotto del suo appartamento e quella di Villa Pamphili che vive da sola e ha spazio».
Quanti sono gli sfollati finora accolti a Roma?
«Noi ne abbiamo sistemati 600, di cui gli ultimi cento arrivati ieri sera - spiegano dalla Regione, che ha il coordinamento istituzionale dell`accoglienza -. Abbiamo riattivato le convenzioni con gli ex Covid hotel, abbiamo pronti 10 mila posti».
Altri 180 sono stati ospitati dal Comune, grazie a una convenzione con Federalberghi: «Domenica abbiamo pubblicato il bando per le famiglie disposte a accogliere i profughi: ieri sera sul portale si erano iscritte già 201 persone», annuncia l'assessore comunale alle Politiche sociali Barbara Funari. E c'è anche la rete della Caritas diocesana, con le parrocchie e le sue associazioni: «Ma i numeri sono bassi, il grosso del flusso non è ancora arrivato - spiegano - Non è facile per chi è bloccato alle frontiere trovare il modo di arrivare in Italia. Chi è qui in genere ha potuto pagarsi il pullman o l'aereo, magari grazie ai parenti già nel nostro Paese, tantissimi altri aspettano». Finora nelle parrocchie hanno trovato ospitalità 84 persone, fra madri e figli: «Tutte ci hanno dato la loro disponibilità, ma finora non ne abbiamo così tanti da alloggiare».
Intanto con «Save the children sono arrivati all'alba di ieri dopo un lungo viaggio in pullman dalla Polonia 42 bambini dai 3 agli 11 anni con le madri. Alcuni hanno avuto bisogno di farmaci d'urgenza, somministrati dal pediatra volontario a bordo.
«Abbiamo accolto bambini molto provati - racconta il responsabile della missione, Niccolò Gargaglia - per la guerra e per i giorni senza dormire e senza pasti adeguati». Saranno ospitati dalle strutture regionali in collaborazione con la Protezione civile.

 

 


[ Ester Palma ]