Da Bratislava lo sguardo verso l'Ucraina

Si apre in Slovacchia la 3a edizione delle Giornate sociali cattoliche

Fiaccolata per la pace, preghiera ecumenica, incontro con dei rifugiati, dibattiti e testimonianze: gli organizzatori della terza edizione delle Giornate sociali cattoliche europee, che si svolgerà a Bratislava da questa sera fino a domenica, hanno modificato notevolmente il programma originario dell'evento al fine di manifestare la loro solidarietà nei confronti della popolazione della vicina e martoriata Ucraina e «dare speranza e luce in questi tempi bui».
Lo indica al nostro giornale don Manuel Enrique Barrios Prieto, segretario generale della Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione europea (Comece), organismo promotore dell'iniziativa - dal tema «L'Europa oltre la pandemia: un nuovo inizio» - insieme al Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee), alla Conferenza episcopale slovacca, e in collaborazione con il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale (Dssui).
Questa terza edizione inizierà quindi ufficialmente stasera con la messa presieduta da Stanislav Zvolensky, arcivescovo di Bratislava e presidente della Conferenza episcopale slovacca, nella cattedrale di San Martino. Ma prima della celebrazione, i partecipanti saranno invitati a percorrere, alla luce delle fiaccole, le vie del centro storico della città per invocare la pace in Ucraina. Domani mattina, dopo avere celebrato l'Eucaristia nella chiesa della Sant
issima Trinità, il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dssui, insieme al cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, all'arcivescovo Gintaras Grugas, presidente del Ccee, e l'arcivescovo di Bratislava, daranno il benvenuto ai partecipanti.
Un'occasione per il cardinale Czerny di raccontare ai partecipanti - 300 tra rappresentanti della Chiesa, politici dell'Unione europea e nazionali, accademici, giovani e membri dei movimenti sociali cattolici e organizzazioni, di cui 150 in presenza, la sua recente visita in territorio ucraino.
La sera, invece, la Comunità di Sant'Egidio 
organizzerà nella cattedrale di San Martino una preghiera ecumenica per la pace, guidata dal reverendo Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee, con la presenza di membri della comunità ucraina.
Ai partecipanti alle Giornate sarà anche proposto di recarsi domenica in un centro di accoglienza di rifugiati ucraini arrivati a Bratislava. La Slovacchia condivide infatti cento chilometri di frontiere con il paese martoriato dell'Europa orientale e costituisce uno dei punti di passaggio per fuggire dalla guerra. Lo stesso giorno, al termine dei lavori, verrà pubblicata una dichiarazione comune firmata da Hollerich, Grugas e Zvolensky.
Se ovviamente la guerra in Ucraina sarà al cuore delle preoccupazioni e della riflessione dei partecipanti, il programma generale di questa terza edizione delle Giornate sociali cattoliche europee è tuttavia mantenuto. Si tratterà di confrontarsi per contribuire al processo di ricostruzione europea visto da una prospettiva 
cristiana, considerando che la pandemia è arrivata in un momento già segnato da squilibri demografici, sconvolgimenti tecnologici e ingiustizie ambientali. (.....)


[ Charles de Pechpeyrou ]