Riforma assistenza anziani, monsignor Paglia incontra le associazioni

Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione ministeriale per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana, insieme al segretario Leonardo Palombi, ha incontrato nei giorni scorsi i presidenti delle associazioni che offrono servizi socio-sanitari domiciliari, semiresidenziali e residenziali: Agespi (Mariuccia Rossini), Anaste (Sebastiano Capurso), Aris (Padre Virginio Bebber) e Uneba (Franco Massi), insieme ad alcuni collaboratori.
I presidenti, si legge in una nota, hanno condiviso la visione complessiva del documento della Commissione, che sarà alla base del Disegno di Legge Delega incentrato sui servizi di assistenza e cura degli anziani. In particolare “hanno convenuto sul principio per cui la tutela delle persone anziane vada inteso come un elemento ‘universale, multilivello e interistituzionale' nel quale la dimensione della ‘qualità della vita', con al centro il tema delle relazioni sociali e personali debba assumere un significato centrale nel nuovo modello di presa in carico, che deve saper sviluppare un continuum assistenziale tra la propria casa e la pluralità dei servizi esterni. Tale centralità trova concreta attuazione nel sistema di valutazione rivolto a tutta la popolazione anziana – partendo dalle persone >80enni - capace di realizzare una presa in carico sia sociale che sociosanitaria e di unificare gli interventi monetari (INPS) con quelli di natura sociale e quelli di natura sanitaria e socio-sanitaria".
I presidenti hanno espresso la "comune convinzione che la tutela delle persone anziane si realizza attraverso un continuum di servizi volti a favorire la dimensione della vita di relazione attraverso l'assistenza al domicilio, l'assistenza semiresidenziale e residenziale". E hanno convenuto che "per le persone anziane, il domicilio e la loro famiglia debbano essere considerati il luogo privilegiato per la 'presa in carico' attraverso un Servizio Domiciliare Unificato (SDU) e continuativo capace di superare la frammentazione degli interventi tra la dimensione socio-sanitaria (ADI) e quella socio-assistenziale (SAD)".
Si è concordato sull'"esigenza di modificare l'assetto dei servizi residenziali dando vita a servizi articolati per tipologia di persone cui sono destinati e strutturati, nel caso delle Rsa, per nuclei distinti per tipologie di cure assicurate e per tipologia di bisogno di cui farsi carico". E in merito alla Rsa, sono da "considerate un 'patrimonio' del territorio e divengano sempre più 'Centri Multiservizi' di prossimità capaci di rispondere, oltre che ai bisogni residenziali, anche ai bisogni domiciliari e di assistenza diurna aprendosi ad una relazione dinamica con il territorio di appartenenza".
In questo senso tutti i partecipanti hanno sottolineato l'importanza che “le nuove Rsa siano aperte ai territori, alle famiglie, al volontariato, in un lavoro di rete e di interscambio, nella convinzione che tale approccio costituirà un argine importante allo spopolamento, al declino demografico ed alla oggettiva mancanza di servizi in alcune aree del Paese”. A conclusione dell'incontro tutti i presenti si sono riservati di stabilire modalità di confronto periodico al fine di proseguire nel lavoro avviato.