Quale cristianesimo dopo la cristianità?

In Europa, dove la religione è "in agonia" va riscoperta la dimensione agonica, ossia della lotta, senza cedere alla tentazione dello scontro. Un tema già al centro del pensiero del Novecento sulla fede con Unamuno, Mounier e Zambrano

Gli accorati appelli di Papa Francesco sul tramonto della civiltà europea ormai scristianizzata suonano come l'ennesimo campanello di allarme contro l'individualismo ed il nichilismo occidentali. Viviamo una profonda inquietudine e una crisi non solo di credenze ,ma anche di fede, per cui molti si interrogano sul futuro del cristianesimo.
Come ha dichiarato il cardinale Matteo Zuppi
: «La Chiesa rischia di essere irrilevante anche se le statistiche sui credenti non sono tutto. Alcune scelte di papa Francesco sono importanti per i cattolici, e per tutti. La cristianità è finita, ripartiamo dall'essere evangelici, dal parlare con tutti, dal riprendere le relazioni con tutti. Essere una minoranza creativa che parla di futuro. Non difendiamo i bastioni, abbiamo tanto da lavorare per superare le difficoltà della Chiesa».
Nel libro Il gregge smarrito (Rubbettino 2021) si fa una diagnosi dei problemi della Chiesa al tempo della pandemia con lo sguardo rivolto al futuro e a possibili soluzioni per uscire dalla crisi confrontandosi con le sfide della post-modernità. A tal fin e ci si richiama al costante appello del Papa: «Nell'ovile abbiamo soltanto una pecora e voi dovete andare fuori a trovare le altre novantanove
». Certamente non mancano le azioni sociali della cattolicità, «ma senza che esista una sintesi ed una rappresentazione comune: il risultato è una Chiesa che parla senza contare e che agisce senza parlare».
Occorre rifuggire - è la proposta del libro - dal fondamentalismo, ma non occorre neppure barricarsi sui valori non negoziabili, poiché «si viene marginalizzati» e si rinuncia così al «dialogo costruttivo con il resto della società. È ineludibile praticare la via del dialogo, poiché «la vita della Chiesa è nella relazione»; perciò «mettere un piede fuori dal suo recinto l'aiuterà a non cadere e permetterà alla società di riconoscerla». Insomma, dovrà resistere alle tentazioni politiche per assumere »un ruolo profetico nella società».
Già nel libro di Andrea Riccardi La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo (Laterza, 2021) si sostiene che il cristianesimo è vivo solo se lotta, ovvero vive agonicamente, come aveva già sostenuto Miguel De Unamuno. Nonostante si abbia la percezione di un declino quasi inarrestabile osserva Riccardi - agonia, nel senso più profondo, è lotta, non rassegnazione. La lotta di oggi è essere a contatto con l'indifferenza, il discredito al massimo grado, il ridimensionamento nei fatti e nelle esistenze. Per i cristiani è facile non lottare: si è tollerati come nicchia. Del resto non si tratta di una lotta contro qualcuno o qualcosa, che scomunica, scredita, aggredisce. Tante volte la Chiesa è tentata dagli scontri frontali. E un modo di far sentire che si è vivi. Non si tratta di conquistare, perché la sua esistenza è fondata sulla gratuità.
Queste importanti riflessioni e dibattiti erano già emersi in altre epoche storico-sociali, alle quali forse non è inutile riferirci sia pure sommariamente per trarre lumi per il presente e soprattutto per il futuro dei cristiani nel mondo. Tra i saggi che compongono Feu la Chrétienté, di particolare interesse risulta quello su Agonie du Christianisme, apparso originariamente su "Esprit" (1946), dove Emmanuel Mounier in dialogo con il celebre libro di Miguel de Unamuno, Agonia del cristianesimo, affronta la delicata questione delle sorti della cristianità senza peraltro rinnegare la fedeltà alla Chiesa.
Quello di Unamuno - riconosce Mounier - è uno scritto paradossale quanto provocatorio. Pochi conoscono abbastanza l'etimologia greca da comprendere che l'autore spagnolo «evoca un combattimento e non una fine, o abbastanza il dogma da ricordarsi che il Cristo e la sua Chiesa sono in agonia fino alla fine dei tempi». Mounier si scaglia contro quanti guardano con perplessità al processo di laicizzazione del cristianesimo, non comprendendo appieno i risvolti profondi. Occorre invece guardare al mondo laico con lo sguardo attento ai valori di cui è portatore.(...)


[ Armando Savignano ]