La "brigata di strada" che sostiene Salerno, «Temiamo il futuro»

L'impegno in città dei volontari guidati da Oreste Pastore «È fondamentale un vero canale di dialogo con le persone»

Una "brigata" mossa dalla voglia di aiutare gli altri che, senza invadere la privacy altrui, cerca in ogni modo di sostenere e dare un concreto aiuto a chi è in difficoltà. E' la missione dei volontari della Comunità di Sant'Egidio di Salerno che, due volte a settimana, "setacciano" le strade del capoluogo per consegnare pasti caldi in orario serale agli indigenti e ai senza tetto.
Sono 80, al momento, le persone assistite dal gruppo guidato da Oreste Pastore. Giovani e meno giovani mossi dalla volontà di aiutare. «Le unità di strada si muovono due volte a settimana ma siamo sempré pronti a dare un sostegno», racconta Pastore. «Abbiamo una particolare attenzione per persone con problemi psichiatrici. In quei casi il sostegno è più complicato perché alla povertà di aggiunge anche la dissociazione. Ci sono in città delle situazioni critiche ma, per fortuna, siamo riusciti ad aprire dei canali per non perderli d'occhio. Anche perché - spiega Pastore - non accettano aiuti da chi non conoscono».
Un impegno che va avanti da anni fra appuntamenti ormai tradizionali come il pranzo di Natale («Speriamo di riprendere quest'iniziativa dopo lo stop per II Covid», evidenzia il referente della Comunità di Sant'Egidio
) e la messa che viene celebrata ogni anno per ricordare i senza tetto che non ci sono più. E che dovrà rafforzarsi visto lo scenario di crisi «ma i numeri - evidenzia Pastore - dei nostri assistiti negli ultimi mesi non sono aumentati di molto. C'è più pressione sui dormitori». Anche se le prospettive non sono certo positive: «Vista l'evoluzione della situazione globale, siamo abbastanza pessimisti: il caro prezzi e soprattutto le bollette creeranno difficoltà anche al ceto medio. Con il Reddito di Cittadinanza c'è stato un discreto miglioramento della situazione ma credo che a breve affronteremo delle nuove emergenze».
Una vita in strada, dunque, per aiutare chi è in difficoltà. Mischiando storie e vicende umane spesso difficilissime. Come l'ultima di un giovane rumeno da tempo residente in città che, dopo aver perso il lavoro, si era ritrovato senza nulla, desideroso di rientrare a casa. «Grazie alla Caritas quest'operaio ha potuto far ritorno in patria - spiega Pastore -. Gli abbiamo dato tutto l'aiuto possibile per far sì che questa persona potesse ritrovare un po' di serenità, garantendogli l'assistenza fino alla partenza. Lo abbiamo accompagnato al pullman che l'ha condotto in Romania - conclude Pastore -. Ha abbracciato tutti i volontari che erano presenti, era davvero commosso. Un saluto affettuosissimo in piazza. Quando è partito ci ha chiesto di non abbandonarlo, neanche a distanza. Questo ci gratifica e ci spinge a mettere ancora più impegno nella nostra missione di aiutare per quanto sia possibile queste persone che vivono delle grosse sofferenze e hanno bisogno di una mano».

 


[ almo. ]