Lavoro e immigrazione, la parola chiave: «Semplificare»

È la tesi del presidente di Sant’Egidio Maro Impagliazzo. L’invito a «usare la logica per alleviare le sofferenze di lavoratori e datori di lavoro», in un’Italia sempre meno attrattiva

Colf, badanti, autotrasportatori, camerieri, cassieri, infermieri. Sono numerose le figure professionali carenti in Italia, Paese già messo in crisi da una rilevante crisi demografica. La risposta al problema sta nella semplificazione burocratica per snellire le procedure di inserimento nel mondo del lavoro.
«Non si tratta di fare ideologia né polemica ma di usare la logica per alleviare le sofferenze di lavoratori e datori di lavoro. Bisogna vedere nell’immigrazione un’opportunità e per il bene del sistema Italia, delle famiglie, delle imprese e delle aziende è urgente facilitare l’accesso al lavoro», ha detto il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo nel corso della conferenza stampa “Cercasi lavoratori” svoltasi questa mattina, martedì 21 giugno, nella sede della Comunità di Trastevere.
Nel comparto turismo e nel settore della ristorazione mancano 200mila lavoratori e per far fronte all’emergenza si potrebbero «creare più decreti flussi durante l’anno», ha detto Impagliazzo elencando una serie di proposte. L’ultimo decreto flussi è di gennaio ed esclude comunità come quelle del Perù, Ecuador, Colombia.
«Rispetto al bisogno dell’Italia, questa è una contraddizione», ha proseguito il presidente della Comunità di Sant’Egidio, chiedendo anche di reinserire la figura del soggetto garante responsabile del lavoratore, che «rappresenta la persona migliore per l’integrazione sociale e un aiuto concreto per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro». Altre figure utili possono essere il garante per l’asilo, «nato dall’esperienza dei corridoi umanitari», e quello a livello familiare.
Oltre a proporre di investire sui corsi di formazione, Impagliazzo si è concentrato sul decreto regolarizzazioni, «molto complesso e con procedure difficili sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro». A tal proposito si è detto «preoccupato e perplesso» sull’eccessiva discrezionalità lasciata alla pubblica amministrazione nell’accogliere le domande. Dati alla mano, ha rimarcato che gli uffici unici delle prefetture di Bologna e Palermo hanno respinto il 3% delle domande presentate. «Nella provincia di Roma il diniego potrebbe arrivare al 60%. Da cosa dipende questa grande di ferenza percentuale? – si è chiesto Impagliazzo -. L’Italia è sempre meno attrattiva e questo significa avere sempre meno opportunità di crescita economica per un Paese con gravi problematiche demografiche.
La parola chiave è semplificare». A tal proposito alcuni lavoratori migranti presenti all’incontro hanno raccontato le loro esperienze con iter burocratici lunghissimi che di fatto ostacolano l’accesso al mondo del lavoro. «L’Europa ha dimostrato grande umanità nell’accoglienza dei profughi ucraini mettendo in atto la protezione umanitaria temporanea – ha concluso il presidente di Sant’Egidio -. Non si tratta di uno strumento nuovo ma già esistente e messo in pratica per velocizzare l’accoglienza. Lo stesso ragionamento andrebbe fatto per rendere più veloce l’inserimento di cittadini stranieri nel mondo del lav
oro».



[ Roberta Pumpo ]