La dimensione salvifica della letteratura

Il saggio di Antonio Salvati «La compagnia dei libri»

 Se la letteratura è intensificazione dell'esistenza, frequentarla dilata la nostra cognizione della vita. Su questa forza delle parole Antonio Salvati, insegnante e lettore fortissimo, ha scritto per Jaca Book un saggio appassionato: La compagnia dei libri (Milano, 2022, pagine 256 ; euro 25).
Le riflessioni dell'autore sono precedute dalla prefazione di Andrea Riccardi, che osserva: «Questo volume di Antonio Salvati vuole offrire un suggerimento importante (...) ritrovare il tempo della lettura come elemento di forza». Riccardi si sofferma anche su un'altra indicazione del libro, che suggerisce l'importanza della storia, perché «lettura e storia (...) strappano da un "presentismo" fatto solo di emozioni e impressioni istintive e aiutano ad avere una vera coscienza del presente». A questo proposito il prefatore ricorda un incisivo pensiero del vescovo siciliano Cataldo Naro, secondo cui la storia è maestra «non nel senso che ci dà delle precise indicazioni per il nostro presente, ma perché ci rende sapienti per sempre».
Il saggio di Salvati è costituito da due sezioni principali. Dopo un'introduzione nella quale riflette sul ruolo della letteratura — senza la quale «spesso non si possiedono le parole che dicono la paura, la fragilità, la differenza, la tristezza» — l'autore si inoltra nella prima parte della sua riflessione e argomenta e definisce, riferendosi anche a scrittori e studiosi, «la dimensione salvifica della letteratura». Nel secondo capitolo di questa sezione, «La storia ci aiuta», mostra come la conoscenza e la coscienza storica siano «indispensabili se abbiamo a cuore i destini democratici dei nostri Paesi». E richiama il pensiero dell'archeologo e storico dell'arte Ranuccio Bianchi Bandinelli, che già molti anni fa, spiega Salvati, intuiva «il pericolo del prevalere delle tecnologie sul pensare storicamente».
La seconda parte del volume è una raccolta di recensioni dell'autore pubblicate nel corso del  2021: 
oltre venti riflessioni critiche su libri che hanno fatto compagnia allo scrittore lo scorso anno, aiutandolo a confrontarsi con la realtà.
Il tempo della lettura è un antidoto alla dispersione, al disorientamento, perché «in quest'epoca accelerata, i libri rappresentano degli alleati preziosi per recuperare il piacere della concentrazione, l'intimità e la calma». Emerge da queste 
 pagine come la letteratura possa essere «una forma di attenzione quasi religiosa» e anche un atto di resistenza di fronte ai nervosismi e alle velocità dell'informazione. La lettura e la letteratura agiscono su noi con un doppio movimento, ci permettono di guardare il mondo dentro di noi e quello al di fuori di noi, ci spronano a «non essere passivi e indifferenti», a «essere vigili e attenti».
A questo proposito, tra i moltissimi riferimenti di Salvati è giusto menzionare la linguista Julia Kristeva, secondo cui il disastro umano imposto dalla crisi sanitaria ed economica non può essere gestito soltanto con procedure mediche, economiche e politiche. La studiosa cita Georges Bataille: «L'esperienza interiore è l'approvazione della vita fin dentro la morte». Siamo di fronte a una contestazione permanente, spiega Kristeva, e Salvati aggiunge: «la scrittura, la lettura ci invitano a questa contestazione, a questa approvazione della vita fin dentro. la morte».
L'ultima parte del volume può essere intesa come una dimostrazione pratica delle virtù della lettura illustrate in precedenza e come una piccola
 la miniera di approfondimento sulle diverse tematiche affrontate dai libri recensiti: letteratura, storia, religione, salute, comunicazione, lavoro, economia, giustizia, ambiente, cronaca, scuola.
Proprio a quest'ultima Riccardi assegna il dovere di «avvicinare i nostri giovani alla lettura». Ma aggiunge: «Salvati, con la sua opera, ha voluto, come insegnante, come lettore, come amante dei libri, dare il suo contributo a una simile impresa». 


[ Eugenio Morrali ]