Testimonianze. La Chiesa povera di Rutilio Grande

Thomas M. Kelly: Rutilio Grande. Quando il Vangelo mette radici

«Se fossi Papa, Romero sarebbe santo». La confidenza, fatta dall'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio a un salvadoregno, si è finalmente avverata nel 2015. Un'altra profezia — stavolta a firma dello storico Andrea Riccardi — si sta concretizzando: «Con Romero comincia il riconoscimento dei tanti martiri uccisi durante i terribili anni della violenza in America latina», scrisse sette anni fa il fondatore della Comunità di Sant'Egidio.
Ebbene, il 27 aprile 2019 in Argentina sono stati beatificati quattro «Martiri della Rioja» (monsignor Enrique Angelelli e tre suoi compagni); il 22 gennaio scorso, ad essere elevati agli altari sono stati il gesuita padre Rutilio Grande, il catechista Manuel Solórzano e il giovane Nelson Lemus.
In Italia il nome di Rutilio Grande è poco noto al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, ma si tratta di una figura di notevole spessore umano e spirituale, tant'è che la sua morte aveva toccato profondamente monsignor Romero. La biografia di padre Rutilio a firma di Kelly restituisce il profilo umano e spirituale del gesuita salvadoregno e il senso profondo della sua missione a fianco degli ultimi, frutto maturo del Vaticano II e del convegno ecclesiale di Medellín nel 1968. 


[ Gerolamo Fazzini ]