In mare lezioni di vela e di vita sul brigantino Nave Italia per i ragazzi in situazioni difficili

L'iniziativa di Yacht Club e Marina Militare con Sant'Egidio

Sono salpati martedì sera, dal porto della Spezia, e stanno rientrando in queste ore. Sono i ragazzi delle periferie e del centro storico genovesi, imbarcati per una settimana di formazione sulla Nave Italia della fondazione Tender to Nave Italia: una realtà nata dalla collaborazione tra la Marina militare italiana e lo Yacht Club di Genova.
Accompagnati dal gruppo dei volontari "Giovani per la pace" della Comunità di Sant'Egidio, undici ragazzi genovesi hanno partecipato a un'esperienza «che non vuole essere semplicemente una vacanza premio in mare - spiega l'ammiraglio Giorgio Lazio, ex comandante marittimo del Nord Italia e attuale presidente della Fondazione - ma si inserisce in un percorso terapeutico studiato a tavolino con gli operatori sociali e sanitari».
«La Fondazione Tender to Nave Italia è stata creata quindici anni fa proprio con lo scopo di supportare le associazioni che si occupano di disabilità e disagio - spiega ancora l'ammiraglio Lazio - I giorni di navigazione sono lo step centrale di tre fasi: quella della preparazione del viaggio in base alle caratteristiche e ai percorsi terapeutici dei ragazzi e quella successiva all'imbarco che serve, anche, a elaborare l'esperienza vissuta. L'idea di far vivere a questi giovani un'iniziativa a contatto con un'organizzazione gerarchica come la Marina Militare non vuole comprimere le loro individualità e specificità, ma mostrare un modello di vita che possano pensare di abbracciare in futuro».
La Nave Italia, un brigantino civile costruito a Danzica, in Polonia, è stato acquisito dalla Fondazione costituita da Marina Militare e Yci Genova proprio per destinarla a queste attività. «Per questi ragazzi l'esperienza a bordo di Nave Italia è una tappa in un percorso educativo lungo anni, quello delle Scuole della Pace - spiega Sergio Casali, portavoce di Sant'Egidio - E la possibilità di mettersi alla prova in un contesto complesso e avventuroso per uscire da anni difficili per gli adolescenti. Imparare a condurre una nave serve molto e aiuta a imparare l'arte più utile, quella di vivere insieme a chi è diverso da noi».
«In occasione del passaggio all'elenco dei "soci vitalizi" dello Yacht Club Italiano (cioè con 50 anni di partecipazione al club), gli iscritti del 1970 e del 1971 hanno contribuito con un sostegno economico all'imbarco», spiega Giorgio Mosci, socio dello Yci e consigliere della Fondazione: «Il passaggio di categoria a socio vitalizio è un momento importante e abbiamo voluto ricordarlo con un'iniziativa di solidarietà legata alla Nave Italia». 


[ F.FOR. ]