Zuppi: questa morte sia seme di pace e di riconciliazione

Il messaggio del presidente della CEI
Solo due mesi fa l'assassinio di suor Luisa Dell'Orto ad Haiti. S.Egidio, che aiutò il processo di pace nel Paese:terribile attacco

«Preghiamo per suor Maria che per sessant'anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese». Il messaggio del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, è un omaggio alla religiosa uccisa in Africa e insieme un plauso «a tutti i missionari che restano in tanti Paesi per testimoniare amore e speranza. Ricordiamoli nella nostra preghiera e circondiamoli di tanta solidarietà, perché essi camminano con noi e ci aiutano a raggiungere le periferie da cui potremo capire chi siamo e scegliere come essere discepoli di Gesù».
L'arcivescovo di Bologna piange «un'altra sorella che con semplicità, dedizione e nel silenzio ha offerto la vita per amore del Vangelo». Il sacrificio di suor Maria arriva infatti a poco più di due mesi di distanza da quello di suor Luisa Dell'Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, morta il 25 giugno ad Haiti.
La comunità cristiana in Italia è scossa da questi fatti e si unisce al dolore delle suore comboniane: sono 1.017 le religiose della congregazione impegnate nelle missioni nel mondo, appartenenti a 34 nazionalità: 608 europee, 248 africane, 157 americane, 4 asiatiche. La loro età media è di 70 anni. La congregazione cui apparteneva suor Maria De Coppi, uccisa la scorsa notte in Mozambico, compie 150 anni di fondazione proprio in questi giorni.
«La missione - ha spiegato padre Alex Zanotelli, missionario comboniano — si trova in una zona dove c'è un ritorno massiccio di jihadismo. Lì c'è una grande rabbia popolare, la gente non riesce nemmeno ad accendere il gas del fornelletto per il cibo quotidiano. E il nostro Paese continua a genuflettersi».
Anche Sant'Egidio, che proprio 30 anni fa contribuì in Mozambico a far cessare una guerra civile che durava da 16 anni e che aveva fatto un milione di vittime, è intervenuta ieri parlando di «terribile e insensato attacco» e lanciando «un appello alla comunità internazionale per non dimenticare questi terribili attacchi di stampo jihadista, che hanno già provocato troppi lutti e oltre 800mila sfollati che non si possono abbandonare alla loro sorte, in una regione ricca di risorse del sottosuolo ma povera di tutto».
Per la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, si tratta dell'«ennesimo colpo alla comunità cristiana del Mozambico e africana nel suo complesso. La crescita e la concentrazione delle organizzazioni criminali, la radicalizzazione islamica e il terrorismo jihadista dall'ottobre 2017 rappresentano le maggiori minacce per la popolazione, in particolare nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese»