Comunità di Sant'Egidio, un cammino nell'ascolto di poveri e disagiati

Rettorato, presentato il libro "Vangelo in periferia"

Nell'aula magna del Rettorato è stata presentata la nuova edizione del libro "Vangelo in periferia" (a cura di Mario Marazziti, edizione Morcelliana), che racconta le origini della Comunità di Sant'Egidio, che ha mosso i primi passi negli anni Ottanta nelle periferie di Roma. Un racconto fatto attraverso le testimonianze dei giovani che allora scelsero di confrontarsi con le persone e le realtà più disagiate portando loro la parola - e dunque l'istruzione come presupposto per l'acquisizione della consapevolezza e per la difesa della propria dignità - insieme al Vangelo.
«Un'esperienza - ha ricordato il prof. Alessandro Zuccari, prorettore alla Sapienza di Roma e accademico dei Lincei - che si basava sull'ascoltare, capire, raccogliere le domande», e sul senso dell'uguaglianza e dei diritti comuni, a partire da quello alla vita e alla dignità. Un'esperienza in cui «la fede è cresciuta con la cultura e nella cultura» nell'ambito della storia che viene dal Concilio Vaticano II, dalla tradizione apostolica dei padri della Chiesa e dall'esperienza francescana. Un modo di ascoltare e interagire con la realtà dei territori che ha spinto anche la prima esperienza internazionale della Comunità di Sant'Egidio in Mozambico dove è riuscita a creare un ascolto reciproco tra le parti riuscendo a riportare la pace.
Importante la centralità data ai poveri, «che sono il nostro tesoro», come dice Papa Francesco, che ha conosciuto Sant'Egidio nelle periferie di Buenos Aires e che oggi sollecita l'umanità tutta a «creare una società in cui nessuno è straniero». E questo in un periodo storico in cui lo straniero è visto come un potenziale nemico anziché come un alleato con cui fare un percorso insieme. «I poveri - ha concluso il prof. Zuccari - ci incoraggiano a modificare il nostro futuro perché quando sono riscattati i poveri significa che c'è riscatto per tutti».
«Non a caso Papa Francesco - come ha messo in evidenza il dott. Walter Cerreti, responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Catania - ha chiamato la Chiesa ad uscire da sé stessa e ad andare nelle periferie considerate come una priorità. Ieri come oggi esistono i prigionieri delle periferie, persone rose dall'ansia di raggiungere uno status di vita diverso, o spinte dai social e dai media - che creano modelli per loro irraggiungibili - a sentimenti di frustrazione e di rassegnazione da cui scaturisce una violenza diffusa». Eppure dalle testimonianze di questo libro emergono immagini di riscatto e di futuro che ci dicono «che è possibile cambiare e che il ruolo fondamentale dei cristiani è essere l'anima nel corpo».
All'incontro, moderato dal giornalista Fernando Adonia, ha voluto prendere parte anche l'arcivescovo Luigi Renna che ha evidenziato l'approccio della Comunità di Sant'Egidio, quello di chi guarda con gli occhi della fede, l'approccio dei pastori, diverso da quello marxista e dalla mera analisi sociale. «Paolo VI diceva che non dare soluzioni, ma conoscere i bisogni, è il primo segno dell'amore pastorale. La Comunità di Sant'Egidio porta avanti un'opera di condivisione che libera e promuove. E una comunità che condivide seguendo il Vangelo secondo i dettami del Concilio Vaticano II e che parla della liberazione dell'uomo».
E il rettore Francesco Priolo, nel saluto iniziale, ha ricordato l'impegno dell'ateneo nel territorio a partire dalla convenzione stipulata con la Comunità di Sant'Egidio, cui ha dato in comodato d'uso degli spazi in via di Sangiuliano per la raccolta di alimenti da distribuire a chi ne ha bisogno, fino alla creazione di un polo universitario per i detenuti, il primo nel Sud Italia, all'attività di psicologi e sociologi per contrastare la dispersione e l'evasione scolastica, e al recupero dei minori detenuti che stanno imparando il mestiere di giardiniere grazie ad una convenzione con l'Orto Botanico. 


[ Pinella Leocata ]