I diritti civili non invecchiano

La Carta del 2020 e la crescita della popolazione anziana

Invecchiare significa, spesso, una lenta erosione dei diritti civili che diventano, se non negati in teoria, nei fatti inesigibili. Si va dal sequestro delle chiavi dell'auto da parte dei figli, alla "bambinificazione" di adulti esclusi dalla gestione consapevole di se stessi, fino al forzato trasloco presso strutture residenziali percepite come la stanza d'attesa dell'ultimo passo: e l'anziano rinchiuso, come si diceva in tempi meno attenti al linguaggio politicamente corretto, muore prima di quello che, per sorte o possibilità economiche, può restare a casa sua o in ambiente familiare.
Secondo le analisi della comunità di Sant'Egidio, da sempre impegnata per l'affermazione dei diritti della persona anziana, la mortalità in istituto, anche nell'istituto migliore, è quattro volte più alta di quella fra le pareti domestiche. La casa cura, a casa è meglio. Ma la casa, intesa come radice ed orizzonte di una vita che può essere piena fino all'ultimo giorno, è lontana dall'essere un diritto, neppure per chi ne possiede una.
Il diritto (materiale ed esistenziale) alla casa, all'oikia, non per nulla è stata la prima pietra della Carta dei diritti degli anziani, redatta nel 2020 da una speciale commissione presieduta da monsignor Vincenzo Paglia e voluta dal ministro della Salute Speranza in vista di una riforma del quadro degli strumenti normativi che devono regolare l'assistenza "sanitaria e sociosanitaria" della persona anziana e della popolazione sopra i 65. Al primo posto viene, infatti, il diritto a scegliere dove vivere. A decidere cosa sia casa e ad abitarla.
La carta, riassumendo, elenca anche i doveri della comunità nei confronti del cittadino anziano, l'altra necessaria, faccia dei diritti che si vogliono affermare. Fra i più delicati quello a non essere spodestato del controllo sulle cure, della sua autonomia decisionale, addirittura del diritto ad essere chiamato per nome e con le formule di rispetto, se gradite. Diritto ad essere assistito nel contesto che si sceglie. Dovere dello Stato di provvedere. Il problema è stringente e non rinviabile.
Secondo dati Eurostat l'Italia, e l'Europa con lei, è sempre più anziana. In dieci anni, dal 2009 al 2019, gli over 65 sono passati dal 20,3% della popolazione al 22,8%. Entro il 2060 almeno tre europei su dieci saranno anziani. E la popolazione già anziana diventerà sempre più anziana e fragile. Gli over 85 passeranno dagli attuali 13 milioni ai quasi 27 entro il 2050. Come garantire i diritti fondamentali di queste persone? Quali strumenti predisporre per prepararsi?
Uno per tanti potrebbe essere il cohousing, un modello di divisione solidale di spazi comuni, all'estero già sperimentato ma che in Italia non ha strumenti normativi. Una formula che, non necessariamente, si dovrebbe limitare a coinvolgere le persone anziane e che richiederebbero anche una ristrutturazione intelligente del patrimonio abitativo, spesso fatiscente e respingente. Per i diritti occorre, come ha spiegato monsignor Paglia, una "rivoluzione copernicana". Che non può che iniziare dalla consapevolezza degli anziani stessi del loro diritto a pensare al futuro.


[ Chiara Graziani ]